Un saltimbanco…

Dove, dimmi dove, mattini di sole inquietanti, io che non riesco a svegliarmi, rumori che a tratti, rompono uno strano, angosciante, silenzio, luce ovunque, dove, dimmi dove, io che disteso nel letto osservo il soffitto, io che in certe venature del legno riconosco volti, profili, silhouette, ombre, io che in certe venature del legno mi perdo, pensieri, pensieri, pensieri, e poi, luce ovunque, dove, dimmi dove, un cane che abbaia, un saltimbanco che cammina, in bilico, sui cavi dell’elettricità, passo, passo passo, luce ovunque, dove, dimmi dove, chiudo le palpebre, le apro, mattini di sole inquietanti, pensieri contorti, circoli viziosi della mente, loop infiniti, dove, dimmi dove, rumore di scarpe, qualcuno che cammina sul mio tetto, toc, toc, toc, tegola che si spacca, toc, toc, toc, al di là del prossimo passo steso, altri cavi, altri equilibri, forse, cadute, indubbiamente titubanza, della mente, del corpo, dove, dimmi dove, che ti cerco e non ti trovo, che cammino e non ti raggiungo, che in bilico su un filo, dondolo, perdo l’equilibrio, quasi cado, per poi ritrovare stabilità, un passo, un altro passo, dove, dimmi dove, mattini di sole inquietanti, io che non riesco ad addormentarmi, io che non riesco a svegliarmi, io che, perso in un limbo tra sogno e realtà, tra cielo e terra, tra un istante e l’altro, sprofondo in una luce angosciante, che quasi mi acceca, io che di riflesso chiudo gli occhi, respiro profondamente, cerco di rilassarmi, al di là delle palpebre, ombre blu, sfondo rosso, giallo, arancione, ombre, silhouette, profili, volti, li riconosco, di certi teatri e figure contorte, meglio non dire mai, brividi che scivolano lungo il mio corpo, elettricità dentro di me, elettricità fuori di me, la percepisco, arti che si intorpidiscono, io che adesso posso muoverli, adesso no, il saltimbanco che entra improvvisamente nella mia camera, si siede su un tavolo di formica rossa, mi osserva, in silenzio, avvolto da un mantello bianco, il viso coperto di cera, i suoi occhi, due bilie nere, simili a quelli della civetta appollaiata sopra la sua spalla sinistra, io che apro gli occhi, silenzio ad avvolgermi, nessun tavolo di formica rossa davanti a me, nessun saltimbanco, nessuna civetta, io che guardo nuovamente il soffitto, io che in certe venature del legno riconosco volti, profili, silhouette, ombre, io che in certe venature del legno mi perdo, dove, dimmi dove, mattini di sole inquietanti, io che non riesco a svegliarmi, io che non riesco ad addormentarmi, mattini di sole inquietanti, dove, dimmi dove.