Domeniche e infinito…

E credimi, se ti dico che domeniche così, piedi nudi sull’erba fresca, sono un piacevole mistero, io che mi colloco a metà tra i miei scritti e la mia vita, io che cammino, ora qui, ora là, io che vivo due vite, mi avvito in esse, girare, girare, girare, vortice, ora osservo questo, ora osservo quel mondo, e m’incanto, pensieri, pensieri, pensieri, il fico che diventa un cipresso, la mimosa che si fa quercia, il melo che si trasforma in olivo, le aspre colline brulle intorno a Marsiglia che, miraggio, si fanno, istante dopo istante, colline dolci, delicate, quasi melodiche, erba e vigne e zolle a ricoprirle, oltre la siepe che circonda il mio giardino, la Francia che si fa Toscana, e credimi, se ti dico che domeniche così, piedi nudi sull’erba fresca, un po’ bagnata, sono un piacevole mistero, una gradita scoperta, io che giro la chiave della porta di casa, esco, mi ritrovo altrove, e poi di nuovo qui, e poi di nuovo altrove, io che respiro, io che con un balzo, salto la siepe, al di là dell’ultimo mio segreto, creazione, creazione e niente più.

Ascolta, quando mi sveglio così, non c’è esistenza che tenga, non c’è piacere che attenda di esser sperimentato, al di là dello spazio e del tempo mi colloco, mente e corpo, qui, ora, ovunque, sempre, il cuore che freme, il corpo che quasi trema, brividi a percorrerlo, contatti, pensieri che si allungano, percorrono chilometri, si perdono, nella campagna, dietro un muro scrostato dal tempo, lungo un rio, in mezzo a un campo, in un frutteto, correr a perdifiato per una discesa, strada sterrata, ghiaia, sassolini che, al mio passaggio, schizzano via, vento a sbattermi in faccia, correre, correre, correre, e poi, io che mi lascio andare, io che cado sull’erba fresca, forse, un po’ bagnata, fagiano che spaventato si alza in volo e fugge via, nell’orizzonte lontano, io che respiro profondamente, io che vivo due vite, mi avvito in esse, girare, girare, girare, vortice, ora osservo questo mondo, ora prendo un caffè nel mio giardino, piedi nudi sull’erba bagnata, eternità vissuta, sussurri d’infinito ad avvolgermi, immensità.

Ecco, nel segreto dei segreti mi immergo, spazio che diventa infinito, tempo che si fa eterno, cuore che freme, corpo che vibra, brividi a percorrerlo, contatti, pensieri che si allungano, che oltrepassano il tempo e lo spazio, immensità ad avvolgermi, io che sono ovunque, comunque, dovunque, chiunque, e poi, nell’istante in cui le mie palpebre sbattono, sipario.