Poker d’assi…

E non c’è nient’altro da dire a proposito di quella faccenda di cui ti parlai, a proposito del cane immaginario, della vicina, di quel dannato pettirosso che ha preso l’orribile abitudine di scagazzare sul davanzale della mia finestra, non c’è più niente da dire, i fichi sono maturi, passo il mio tempo a mangiarli, e le gazze nascoste sul pino, passano il loro, di tempo, ad attendere che me ne vada, per cibarsi dei frutti più alti, quelli che non riesco a raggiungere, sono pochi, ma ci sono, lo sanno loro, lo so io. 

E non c’è nient’altro da dire, da raccontare, a proposito di quella faccenda di cui ti parlai, a proposito del macellaio, del gallo, del misterioso violinista, del vicino, del giardiniere paesaggista, non c’è più niente da dire, il vento soffia sempre più raramente, e le tende chiuse su porte aperte, ad impedire alle ultime zanzare di accedere alla mia camera, non svolazzano più, a poco a poco sono diventate solo un sipario immobile posto a metà tra il mio mondo personale e il resto dell’universo.

E non c’è nient’altro da dire, almeno per quanto riguarda l’adesso, a proposito di me, di te, del noi che si affaccia sul baratro di questa esistenza e eccitato brandisce una bandiera bianca, a domandar tregua, a domandar riconoscimento, salvezza, a dichiarar ad alta voce la propria, la nostra, la tua, la mia, realtà, il nostro vissuto. 

E non c’è nient’altro da dire, a proposito del tutto e del niente che ci circondano, a proposito del gatto dei vicini, che da qualche giorno, rifiuta il tonno, mi osserva da lontano, stenta ad avvicinarsi, quasi a dichiarare che non abbiamo più niente da dirci, perché nient’altro c’è da dire, su di me, su di lui, su di noi, sulle sue unghie che grattano alla mia porta, che lacerano il tessuto rosso della mia poltrona, sul suo miagolare, sul mio accarezzarlo, sul nostro fissarci, sul nostro perderci in pensieri che vanno oltre lo spazio e il tempo, oltre il mio, oltre il suo, vissuto soggettivo. 

E non c’è nient’altro da dire, da raccontare, a proposito di tutto questo, se non lo sgretolarsi di questa fragile esistenza, croce e delizia della nostra vita, dei nostri giorni, albe e tramonti, di nuovo albe, di nuovo tramonti, decadenza lenta a scandire le ore che separano la nostra nascita dalla nostra morte, no, non c’è nient’altro da dire, ma voglio dirlo lo stesso, non esisto, non esisti, non esistono, tutto questo è solo un grande bluff ed io ho un poker d’assi, che non esiste.