Macigni..

Ecco, un’altra sera che arriva, mi avvolge, invadente come sempre, tiranna, dominatrice dei miei stati d’animo, mi schiaccia sul divano, macigno che cade da una montagna, travolge il mio corpo, stravolge me, i miei pensieri che, presi dall’angoscia, allarmati, corrono via veloci, treni in viaggio che partono dal mio giardino e si allontanano, diretti chissà dove, verso chissà quale destinazione.

A volte succede, l’oscurità ad avvolgermi, la forza che manca, io che chiudo le palpebre, svuoto la mente, mi osservo vivere, mi osservo immerso in quest’esistenza, presente invadente, a volte succede, uno strano calore attraversa il mio corpo immobile e in un istante sono fuori, nuvola di vapore, mi disperdo nell’aria, divento niente, divento tutto.

Sere così, il cuore che smette di battere, il mio corpo inerme disteso sul divano, non un respiro, non un movimento, io che esco dalla finestra aperta, diretto chissà dove, verso chissà quale destinazione, alla ricerca dei miei pensieri perduti, oltre il prossimo istante, ogni pezzo della mia vita mentale disperso in questo universo, che mi avvolge, mi ingloba, io, espressione originale e unica di una sua certa natura, lui, espressione originale e unica di una mia certa natura.

Sere così,  che si allungano, tappeto sopra il quale cammino attraverso lo spazio-tempo, io che non ho più un età, non ho più una conformazione stabile, identificabile, io che cambio, evolvo, muto rapidamente, sono una cellula, miliardi di cellule, sono un neonato, un bambino, un adolescente, un uomo, un vecchio, sono quello che sono nell’adesso, sono quello che sono stato, sono quello che, forse, sarò, tutto nello stesso istante, passato e futuro che si annientano ripiegandosi sul presente esteso da qui all’infinito, mente che vaga libera e a poco a poco, assorbe tutto il sapere accumulato dagli essere umani, macigno che cade da una montagna, travolge il mio corpo, stravolge me, la mia coscienza, i miei pensieri che, presi dall’angoscia, allarmati, corrono via veloci, treni in viaggio che partono dal mio giardino e si allontanano, diretti chissà dove, verso chissà quale destinazione, il cuore che lentamente ricomincia a battere, il corpo che riprende a muoversi, io che apro gli occhi, mi guardo intorno, il sole del mattino ad illuminarmi, mentre un fremito mi avvolge e un’angosciante paura della morte m’inquieta, macigno che cade da una montagna, stravolge me, la mia coscienza, il mio vissuto, e non ho più tempo, e non ho più spazio.