Varianti di te…

Mi parli di un sogno, o di un respiro, ed io, io ti ascolto, ti osservo, movimenti che si perdono nel mio campo visivo, arti che scompaiono nell’oscurità della notte – …Dio quanto mi manchi… – provo a sussurrarti, tu che non mi senti, che continui a dipanare di fronte a me il tuo racconto, gomitolo che si disfa, filo di lana che scivola sulle mattonelle, io che cerco di afferrarne la cima, di ritrovare il proverbiale bandolo della matassa, per comprenderti, capire di te, capire di me, capire di noi, legati insieme da sempre, fin da quel giorno di pioggia in cui ci incontrammo, io, te, gocce d’acqua che scivolavano sul mio impermeabile blu, sui tuoi capelli, io, te, un sorriso, un gesto, un bacio dato vicino alle labbra, porta spalancata sull’eternità di un emozione, tu che continui a raccontare, io che continuo ad ascoltarti, mentre lentamente svanisci, le tue molecole a fluttuare nell’aria, a infilarsi nelle mie narici, nella mia bocca, mentre lentamente diventi parte di me, miracolo affascinante e terribile, angosciante e meraviglioso, forse, universale.

Sorrido, mi alzo dal divano, silenzio ovunque, notte ovunque, mi accarezzo, ti accarezzo il cuore, mano che penetra la pelle, le ossa della cassa toracica, le mie dita a sfiorare le tue, carezze delicate, fremito che corre lungo la mia schiena, battito cardiaco che aumenta, lacrima che scivola giù sulla mia guancia sinistra, momenti così, connessioni così, tra me e te, legami che vanno al di là del tempo e dello spazio, al di là del sogno e della realtà, indissolubili, eternità che ci avvolge, ci sorride, eternità che ci fagocita, entrambi.

Sere così, divano ancora caldo, salone vuoto, luce giallognola ad illuminare parte della stanza, a riflettersi sugli arredi, sui quadri, sui souvenir raccolti qui e là nelle più disparate zone del globo, sui libri, sui fogli scritti, sulle penne, sulla macchina da scrivere, sulle piante allineate vicino alla finestra, sugli elettrodomestici, sulle pareti, sul soffitto, sulle mattonelle, quadrati rossi irregolari, sulla tua, sulla mia foto, il nostro sorriso, il nostro abbraccio, sentimento etereo, sentimento eterno, sui vetri della porta finestra chiusa, oltre di essa, il buio, la notte, e là, nascosti tra le foglie del fico, appoggiati al bordo del pozzo, io, te, un bacio dato vicino alle labbra, il tutto, il niente.