Distrazioni vitali…

Tutto d’un fiato, quel che penso di te, quel che penso di me, parole che scivolano fuori, una dietro l’altra, quasi impalpabili allo sguardo, macigni al tatto, le senti, le percepisci, ora vicine, ora lontane, caduta massi, valanghe che invadono le strade da noi percorse, variazioni di programmi, sceglier vie secondarie, bussola impazzita, labirintiche esistenze, ora qui, ora là, metafore di vita sfumata, giorni, giorni, giorni, e poi ancora giorni, nebbia che sale, contorni ora svelati, ora no – Dove siamo? Dove andremo? – penso, guardando la porta chiusa, desiderio di aprirla, fuggire via, altrove, impossibilità di farlo, incatenato a un ricordo, macigno che rotola giù da una scarpata, mi trascina con sé, destinazioni indefinite, oltre il prossimo istante, un nuovo inferno, tempo che brucia, che ne alimenta le fiamme, attendo, non so nemmeno io, non sai nemmeno tu, che cosa, misteri, misteri, misteri, ancora misteri, luce, buio, di nuovo luce, di nuovo buio, perdizione, mente che si frantuma, cristalli ovunque, fragilità da sempre negate, oramai evidenti, immagini crepuscolari, nessuno scopo, nessun fine, sbriciolarsi di ogni qualsivoglia punto di riferimento, perdita di ogni punto di vista, oltre il tutto che ci circonda, il niente, e l’angoscia, che con sé reca. 

Un rumore interrompe il flusso dei miei pensieri, batter d’ali di una farfalla multicolore, lo percepisco, mi distraggo, la osservo, librarsi in aria, foglia che vibra, la osservo, illuminare il giardino ingrigito dal tempo, nuvoloni ovunque, passato che sfuma, futuro che esplode, presente che invadente si allarga, vissuto che si riduce, irruenza del qui e ora, che la vince su tutto.

Il cuore vibra alla promessa di salvezza, sfarfalla anche lui, a librarsi chissà dove, luce, buio e poi, di nuovo luce, ovunque, ad accecarmi, oltre la cecità, la potenza dell’immaginazione, mondi nuovi, inesplorati, futuri improbabili, presenti incredibili, catene che si frantumano, io che mi alzo dalla poltrona, mi dirigo verso la porta, giro il pomello di ottone, esco fuori, entro altrove, scompaio, disintegrato di fronte all’universo, assumo altre forme, esistenza nell’inesistenza – Dove sarò? Dove andrò? – penso, librandomi in volo, batter d’ali di una farfalla multicolore a illuminare il giardino, ingrigito dal tempo, nuvoloni ovunque, passato che sfuma, futuro che esplode, irruenza del qui e ora, che la vince su tutto.