Brucia…

Grande città, che si stende lontana, contrasti, luci artificiali, notte, ti osservo, mi lascio accarezzare da assurdi pensieri, le tre appena suonate, campane in ritardo di qualche minuto, non c’è spazio per il sonno, per il riposo, e la donna delle pulizie, che ancora non ho assunto, ha dimenticato di togliere la polvere da certi angoli, quartieri, cemento, cemento, cemento e poi, anime saline, oltre il battito cardiaco racchiuso in milioni di corpi, onde inarrestabili, movimenti infiniti, gente di mare, mare nel mare, non sento il bisogno d’immergermi, esploro da lontano, spettatore non pagante, invitato, un respiro, uno sguardo, pesce spada che nuota al largo – Non si regalano cose affilate… – disse l’armaiolo – …per questo mi faccio pagare per ogni mia prestazione… – concluse, battendo forte il martello sul pezzo di ferro ancora caldo, l’incudine a reggere il contraccolpo, rumore sordo, uccelli che abbandonano il salice piangente, volano via, nell’oscurità, oltre le nuvole che coprono completamente il cielo, forse, le stelle, luci della città, riflessi arancioni – Brucia! – urlò Nerone, osservando Roma in fiamme, lampioni cittadini a dar illuminazioni simili a quella notte lontana nel tempo e nello spazio, città in fiamme, città eterne, mi lascio accarezzare da assurdi pensieri, le tre e dieci di notte, palazzi di fronte a me, e al di là di essi, oltre le vie che si perdono nel buio, oltre milioni di anime che vanno chissà dove, strade cittadine a condurle, onde, onde, onde, fondali inesplorati.

Ore tre, svegliato dal suono delle campane, la finestra aperta sulla notte, a far circolare un po’ di vento, a spazzar via un po’ di caldo, non trovo sonno, guardo lontano, la grande città che si stende oltre i miei pensieri, suono di una fisarmonica che risuona nella mia testa – A passeggiar per le vie mentali, chissà dove si arriva… – sussurro, cercando di ricordare l’autore della musica, concerto in me, pensieri che chiamano altri pensieri, idee che si srotolano, scivolano via, per le strade di questa incredibile, assurda, città, mare e colline tutt’intorno a essa, destinazioni indefinite, le loro, destinazione indefinita, la mia.

Sorrido, una volta, in una di quelle vie che si perdono in me, che si perdono in questo agglomerato di cemento e anime e mare, noi, danzammo, ci innamorammo, tramonto rosso, il tuo vestito rosso, lampioni arancioni, città in fiamme –Brucia! – gridai, forse, moderno Nerone, cenere ovunque, polvere ovunque, la donna delle pulizie, non ancora assunta, che si dimentica di toglierla, granelli che ricoprono tutto quanto, la città, la notte, me, che non trovo sonno, che non trovo te.