Mi aspettavano…

Mi aspettavano, ma non sono mai arrivato, perso chissà dove, mi son distratto, secondo lungo un’eternità, e già non ero più io, già non sapevo più chi fossi, dove stessi andando, caos, confusione, ombra tetra di un albero cittadino che abbracciando la sera, attende con impazienza l’arrivo della notte, dopo una giornata estiva piena di sole e caldo. 

Mi aspettavano, forse lo sapevo, forse no, probabilmente lo intuivo, poco importa, sono uno da treni persi, aerei in ritardo, macchine in panne, piccoli contrattempi dell’ultimo minuto e poi, memoria che fallisce, dimenticanze, non ricordo più cosa stavo facendo, non ricordo più cosa stavo dicendo, non ricordo più chi ero, chi sono, chi sarò nel prossimo istante, quello che deve ancora esser costruito, mani che tentano di afferrar l’aria, che non si accorgono di stringerla già tra le dita.

Mi siedo in mezzo al giardino, il silenzio cittadino, tipico delle ore serali, mi avvolge, solo il latrato di un cane, che rimbalza tra i palazzi, disturba l’apparente calma scesa sul mio quartiere.

Mi aspettavano, ma non sono mai arrivato, appuntamento mancato, momento perduto chissà dove, attimo di distrazione, e poi, l’universo completamente cambiato, caleidoscopiche verità, camaleontiche realtà, ciò che sembra non è, ciò che è non è, caos, confusione mentale e non, capovolgimenti, trasformazioni repentine troppo veloci per esser percepite correttamente, secondo lungo un’eternità, non sono più ciò che ero, non so chi sono, non so dove sto andando, impossibilità di percepire l’attimo, impossibilità di agguantare il presente, tempo che si allunga da qui all’infinito, oltre la percezione dell’istante vissuto, l’ombra tetra dell’eternità, ad impaurire l’animo. 

Chiudo gli occhi, cerco di meditare, di trovare un po’ di pace, cane che da qualche parte, continua ad abbaiare incessantemente, brezza fresca che mi avvolge, refrigerio effimero dopo una giornata come questa, piena di sole e caldo, io che respiro profondamente e mi lascio andare alla tranquillità mentale.

Mi aspettavano, forse lo sapevo, forse no, non sono mai arrivato, o forse sì, chi può dirlo, realtà nella realtà, impossibilità di comprendere completamente ciò che accade nel tempo e nello spazio, pezzi di vita in frantumi, oltre l’apparente attesa, l’insostenibile dinamicità della vita, l’incomprensibile dinamicità della morte.