Brindisi a stelle spente…

È nel silenzio della sera che, disteso sul divano, ti penso. Sei un sorriso che non vedo, una promessa di felicità, una spinta a fare meglio, una mano che mi afferra, mi trattiene, non mi lascia più. Sei una voce che circonda il mio essere, che percorrendo chilometri, raggiunge la parte più oscura di me, quella più nascosta, quella che più cerco di proteggere. Sei un profumo che non ho mai sentito, ma che cerco di percepire, quando chiudendo gli occhi ti immagino correre verso di me, abbracciarmi, stringermi forte. 

Niente da aggiungere, che i sogni sono solo immagini sfocate, e restano lì, a fluttuare nell’aria spinti dal vento e dalla passione, sostenuti dal desidero e dalla nostra voglia di attraversali, di penetrarli, di viverli in tutte le loro caleidoscopiche verità, mondi multidimensionali complessi incomprensibili alla mente umana, proprio come la vita stessa. 

È in questo silenzio che mi perdo, che ritrovo la pace, luce fioca proveniente dalla lampada poggiata sul tavolino da tè, uno spiffero d’aria fredda che entra da una finestra lasciata in parte aperta, brividi improvvisi, occhi che brillano. È in questo silenzio che ritrovo me stesso, proprio pensando a te, a come sei, a come ti vorrei, che l’essere e il desiderio di come dovresti essere ai miei occhi, sembrano coincidere, almeno in questo spazio-tempo, in questo universo che entrambi, in qualche modo, abitiamo.

Un lampo di felicità balena ai miei occhi, speranza e leggerezza che si scontrano, generando un fermento mentale incredibile. Creatività e passione che vanno a braccetto, in un connubio perfetto, innamorati che si allontanano sotto la pioggia, un ombrello solo a ripararli, che senza il sostegno dell’uno, l’altro non esisterebbe. Mi alzo dal divano, vado in cucina, apro una bottiglia di vino e ne verso un po’ in un bicchiere. 

Brindo a te, a me, al mio cane immaginario, che saltella per casa chiedendomi di uscire per una passeggiata. Brindo a noi, al futuro imminente, bagliore improvviso nella notte, lampo e orecchio che s’incontrano, idee che nascono improvvisamente, e sopra tutto questo,  a milioni di chilometri di distanza, stelle spente centinaia di anni fa, che brillano come fossero ancora attive. Spengo la luce. Vado a dormire. Continuo a brillare.