Ordine, disordine…

Sono in coda alla posta. Davanti a me venti persone che, distanziate in maniera regolare, mascherine sul volto, qualcuno coi guanti in lattice, attendono di parlare con l’impiegato. C’è silenzio, nessuno ha voglia di scambiare quattro chiacchiere con i propri compagni di sventure burocratiche, nessuno dice più dello stretto necessario, tanta è la fatica di esprimersi con la bocca coperta. Le cose sono così, da un anno a questa parte.

Quasi tutti coloro che sono nella grande stanza, però, non perdono occasione per lanciarmi occhiate curiose. Non faccio caso a loro e osservo il pacchetto che ti devo inviare. Dentro, accuratamente sigillato in un barattolo Bormioli Rocco, riempito di formaldeide, ho messo il mio orecchio sinistro. È stata un’operazione piuttosto macabra, sanguinolenta, inquietante, se non altro per la visione del mio orecchio esterno, accuratamente tagliato, che galleggiava oltre quel vetro decorato con frutta e farfalle e sul quale campeggia la scritta: Quattro stagioni.

Te lo sto inviando, il mio orecchio, insieme a una lettera, che riassumendo, parliamo infatti di dodicimila parole circa, dice: Sono ostaggio di me stesso, vieni a liberarmi

Lo so, ti potrà sembrare banale come missiva, a tratti contorta, ma ti assicuro, è ciò che realmente sta accadendo, che in questo periodo, a fasi alterne, mi sento allo stesso tempo, guardia e carceriere, con tutti i pro e i contro del caso, l’orecchio tagliato fa parte dei contro. Non riesco a non punirmi dandomi delle grandi mazzate, poco importa se siano meritate o meno, e non esito a mentire a me stesso, nel bene e nel male. Bel casino, se si considera, che essendo un uomo non sono geneticamente capace di fare più di una cosa alla volta, ma soprattutto, che odio il multitasking. Va da sé che questo momento sia cerebralmente e psicologicamente stressante, faticoso.

Mi guardo intorno, c’è un ordine surreale in questo ufficio da quando vengono applicate le regole del distanziamento sociale, e ciò fa emergere ancor più alla mia coscienza, il disordine che ho dentro, con tutti i pro e i contro del caso, l’orecchio tagliato fa parte dei pro.