Ricostruzione…

Nel mattino che tarda ad arrivare, la notte a far da sfondo ai miei pensieri, scrivo a mano, su uno scontrino della spesa. Un altro pezzo di me messo nero su bianco, un altro tentativo di ricostruire, ciò che ai miei occhi, appare distrutto in minuscoli pezzetti, sparsi un po’ ovunque per tutto l’universo.

Piove, sento freddo, e la tazza di tè che mi sono preparato qualche minuto fa, non basta a riscaldarmi quanto vorrei. Meglio trovar rifugio tra le parole che spesso ci doniamo, al caldo sole dei nostri discorsi, spiagge infinite, mondi lontani, vortici incredibili che si allungano chissà dove, quando la notte scende e il silenzio torna a pulsare tutt’intorno a me. 

C’era qualcosa di strano nella stanza, un attimo fa. Ombra misteriosa, presenza discreta, silenziosa, magica, surreale, estemporanea, delicata. Di lei non posso dire granché, ha attraversato il grande salone, soffermandosi vicino alla porta che da sulla veranda, dopodiché, improvvisamente, è scomparsa nel nulla. 

Io ho continuato a bere il tè, come se niente fosse accaduto, normali routine del mattino, ma adesso, mi chiedo immancabilmente se quell’ombra tornerà, e mentre lo faccio, quasi ci spero, che la sensazione di eternità rimasta dietro di lei, ha attivato in me meccanismi mentali rimasti bloccati per molto, troppo tempo, ingranaggi che adesso, son sicuro non vorrò, ma soprattutto non saprò, più arrestare.

Mi chiedo se fossi tu, quell’ombra, quell’attimo di passaggio tra il passato e il presente, che ha avuto, su di me, effetti devastanti, viaggio incredibile attraverso secoli di storia, durato un istante, spirale di eventi avvolti intorno al ricordo effimero di un abbraccio temporalmente e spazialmente lontano. 

È così che oggi accolgo il giorno, che proprio adesso sta nascendo. È cupo, fatto di pioggia, vento e, al di là delle siepi che circondano il mio giardino, nebbia, fitta, impalpabile, inquietante. Le campane a vento, violentate dalla tempesta, diffondono nell’aria il loro tintinnio delicato, spiriti che danzano, tra i quali forse ci sei anche tu. Torna dentro, ho ancora del tè caldo nella teiera.