Partenze…

Ci son giorni così, di monitor vuoti e idee mancanti, di pensieri storti, sbiaditi, impossibili da mettere insieme, di minuti che cadono chissà dove, rimbombando forte al loro passaggio, ci son giorni così, senza sole, senza pioggia, nuvole scure incerte, disegni mentali inesplorabili. Mi alzo dalla scrivania, preparo un caffè, lo bevo bollente senza attendere un secondo. Il liquido nero scivola velocemente dentro di me, un lieve dolore si propaga al suo passaggio.

Il telefono squilla, lo ignoro, lui suona ancora per qualche minuto, poi il salone sprofonda nuovamente nel silenzio, il misterioso interlocutore ha mollato la presa. Amico, parente, ennesimo venditore di assicurazioni, poco importa, fosse stato qualcosa di urgente, un problema improvviso, non mi avrebbero indubbiamente chiamato sul telefono fisso. Sorrido, torno alla scrivania, la seconda tazza di caffè stretta nella mano destra, il passo incerto, quasi non sapessi che direzione prendere.

Mi siedo nuovamente, accarezzo la tastiera con le dita, il mouse, poi chiudo gli occhi, respiro, mi metto a scrivere quello che quasi immediatamente, fin dalle prime parole, sembra un racconto breve. Non so ancora dove mi porteranno questi battiti di dita, non so ancora quali mondi visiterò, non so ancora cosa succederà tra qualche minuto nella mia esistenza. Bevo la seconda tazza di caffè e intraprendo il mio nuovo viaggio.  

Fuori il mondo, continua la sua normale esistenza, mentre io, in un universo lontano centinaia di chilometri, vivo la mia nuova vita.