Di Simoncini…

A me il cognome Simoncini piace. Fin da quando l’ho sentito la prima volta, me ne sono un po’ innamorato ed è un bene, visto che me lo porto dietro da quarant’anni e che dovrò conviverci per il resto della mia vita sulla terra. Anche la sua abbreviazione: Simo, utilizzata come nomignolo dai miei amici nel periodo situato tra i dodici e i diciotto anni, mi piaceva parecchio. Con l’avvento di internet e dei social network è scattata da parte mia, ma probabilmente anche di altri, una certa curiosità nei confronti dei portatori del mio stesso cognome. Cercando nel web ne ho trovati un sacco ma per questione di spazio, di tempo e di comodità, ve ne menziono qui soltanto un paio, un truffatore scientifico, perché scientifico è anche il mio background e un grande imprenditore, perché lo seguo ed è un personaggio davvero molto interessante. Partiamo con il truffatore.

Tullio Simoncini era un medico Italiano specializzato in oncologia. Nel millenovecentonovantanove, sviluppò due teorie in materia. La prima fu che tutte le neoplasie sarebbero causate da reazioni di difesa dei tessuti all’aggressione di un fungo, la Candida albicans. La seconda fu che queste presunte infezioni da Candida (e pertanto, secondo la sua tesi, tutti i tumori) sarebbero da trattare mediante l’uso di infusioni o tinture di una soluzione di bicarbonato di sodio. Ovviamente, le due teorie del Simoncini erano solo figlie del suo presentimento, non avevano valenza scientifica e non erano mai state testate in maniera controllata. Lui e suo fratello, anch’esso medico, sottoposero al loro protocollo di cura un folto numero di persone, richiedendo un compenso economico di qualche migliaio di euro. Poiché il metodo ovviamente non funzionò (l’ipotesi alla base è a dir poco ridicola), i pazienti trattati continuarono a morire di cancro. I parenti che aprirono una causa legale contro di lui riuscirono a ottenere una colpevolezza per truffa e la sua radiazione dall’albo dei medici. Ma c’è di più, in un caso in particolare il paziente, a causa del trattamento a base di bicarbonato, subì una lacerazione letale dell’intestino e ci rimise le penne, così Simoncini fu anche riconosciuto colpevole di omicidio colposo e si beccò un po’ di anni di carcere.

Ma per un Simoncini un po’ più oscuro ve ne presento invece uno che è tutto il contrario. Marc Simoncini è nato, neanche a farlo apposta a Marsiglia, ha cinquantasette anni ed oltre ad essere un figo della madonna è un Business Executive con i controcazzi che oggi opera in molteplici settori, da internet al cinema, ma che ha cominciato la sua carriera soprattutto con il web. Iniziò sviluppando IFrance (1998) uno dei siti precursori di Hosting creati in Francia. Con i proventi della vendita di IFrance a Vivendi (un gruppo Francese specializzato in media e comunicazioni), incominciò a interessarsi e a finanziare diverse Startup, cosa che continua a fare anche ai giorni nostri, ma allo stesso tempo ebbe un problema. La parte più ingente dei soldi della vendita di IFrance, circa centottantadue milioni di euro, gli venne pagata attraverso azioni Vivendi che qualche mese più tardi, persero il novantatré per cento del loro valore. Marc che aveva investito un sacco di soldi nelle Startup si ritrovò quindi in debito e con un sacco di problemi. Tuttavia nel duemilauno, durante una cena con un paio di amici divorziati che si lamentavano della difficoltà di incontrare un’altra donna e di fare incontri interessanti, ebbe l’idea di creare Meetic, uno dei più popolari siti di incontri, e lì fece il botto. Oggi Marc è uno dei più importanti e facoltosi uomini d’affari francesi, finanzia Startup come se non ci fosse domani, attraverso numerosi progetti lanciati per identificare le idee più geniali. Meetic è entrato a far parte del Match Group una compagnia americana che detiene il più grande numero di azioni dei maggiori siti di incontri presenti in internet tra i quali è incluso Tinder. Ma non solo, nel duemiladiciannove Marc, interessato da tempo alle energie rinnovabili, all’ambiente e allo sviluppo di nuove tecnologie per preservarlo, ha creato il progetto per una bicicletta elettrica all’avanguardia: Angell bike che francamente, non perché l’ha creata un mio omonimo, ma è proprio una gran bella due ruote!