Fine, inizio, fine, inizio…

Ti alzi, ti guardi intorno, ascolti il silenzio, mi alzo, mi guardo intorno, ascolto il silenzio. Ce ne siamo andati così, non un messaggio, non una lettera di addio, niente. Te ne sei andata così, senza lasciare dietro di te qualcosa, che so, una scia di profumo, un suono, lo sbattere forte della porta un attimo prima di uscire da quello che per anni, è stato, allo stesso tempo, il nostro mondo e il nostro rifugio dal mondo stesso, me ne sono andato così, nel silenzio, senza lasciare dietro di me qualcosa, senza portare con me qualcosa, vuoto il prima, vuoto il poi, solo il durante a colmarsi di emozioni.

Seduta sul letto, seduto sul letto, ascolti, ascolto il silenzio, l’unica cosa che di noi è rimasta, insieme ad alcune foto che in futuro andranno perdute, a qualche libro, che quelli guai a buttarli, a una mia macchinetta per il caffè, a una tua scatola di assorbenti interni quasi vuota. 

Eccolo, il mondo dell’uomo, della donna, rimasti oramai soli, eccolo, ci sussurrano in testa vocine lievi, acute, il tono di voce di qualcuno che si sta prendendo gioco di noi, tono di voci bambine, cantilenante, a tratti insolente, eccolo, il mondo dell’uomo, della donna, rimasti oramai soli, io che mi alzo dal letto, subito dopo essermi massaggiato le ginocchia, tu che ti alzi dal letto, che cammini in punta di piedi, diretta verso il bagno, io che lentamente cammino, in direzione della cucina, io che quasi inciampo in un paio di scarpe, tu che ti siedi sul water, io che maledico il momento in cui ho dimenticato di prendere la moka, tu che ti arrabbi con te stessa per aver scordato gli assorbenti, eccolo il mondo dell’uomo, della donna, rimasti oramai soli, continuano a sussurrarmi, a sussurrarti, in testa, le voci cantilenanti, a tratti insolenti.

Sorrido, sorridi, quale è il prezzo da pagare per passare dalla contentezza alla felicità? Mi chiedo, ti chiedi, il tuo, il mio mondo, incapaci di contenerci entrambi, il nostro mondo incapace di esistere, oltre il prossimo istante di vita, esplosioni, catastrofi, follia, follia, follia e poi, un nuovo inizio. Sorridi, sorrido, idioti dispersi chissà dove, quale è il prezzo da pagare per arrivare alla felicità? Ti chiedi, mi chiedo, raggio di sole perfetto che attraversa improvvisamente il vetro della finestra e mi trafigge il cuore, tu che senti uno strano dolore al petto, quattro occhi, qualche lacrima, e poi, fine, inizio, di nuovo fine, di nuovo inizio.