La luna, il caldo, l’insonnia…

Passeggio in giardino, tarda notte, la luce della luna ad illuminare i miei passi, a rischiarare i miei pensieri. Cerco un po’ di fresco, una tregua al caldo che attanaglia da giorni questa dannata città. Non lo trovo, il fresco, ma riesco comunque a rilassarmi, a godere di alcuni soffi di vento improvvisi, troppo brevi per trarne piacere, ma sufficienti, a trattenermi ancora fuori, a ritardare il momento in cui me ne andrò a dormire. 

Osservo la luna, per qualche minuto. L’ho vista tante volte, ma provo sempre una sorta di stupore quando mi ritrovo ad esplorarne i tratti – Un amore lungo più di quarant’anni… – penso, sorridendo.

Un fruscio strano, improvviso, che proviene dalla siepe, attrae la mia attenzione, abbasso lo sguardo, mi guardo intorno. L’albero, il muro, la siepe, il pozzo, il fico, il ceppo, ciò che resta del salice piangente che è stato abbattuto qualche giorno fa, li conosco molto bene, le loro ombre, inquietanti, si contrappongono alla luce della luna, si stendono, ad allungarsi sull’erba, a nascondere alla mia vista chi si sta muovendo, a pochi metri da me. Accendo la torcia del telefono, illumino il prato, non vedo niente di strano, spengo la torcia, il fruscio riprende.

Notti così, una splendida luna, migliaia di stelle sparse qui e là, il caldo che non si arrende nemmeno alle tre del mattino, ombre inquietanti intorno a me, un fruscio strano che proviene chissà da dove, causato da chissà quale essere vivente, respiro profondamente – Chissà se stanotte riuscirò a dormire tranquillamente… o se dovrò ricorrere ancora all’uso del ventilatore… – penso ancora, mentre rientro in casa, chiudo la porta finestra, comincio le ultime operazioni della giornata, quelle che metto in atto prima di coricarmi.

Notti così, mi spoglio, mi infilo nel letto, mi giro, mi rigiro, scuoto la testa, accendo il ventilatore, e avvolto da quel soffio fresco, rumore ridondante, a rompere il silenzio, chiudo le palpebre, mi lascio andare al sonno, mi arrendo alla notte, mi rassegno al caldo – Tornerà anche l’inverno… finirà anche questa maledetta estate… – sussurro, guardando, attraverso il vetro della porta finestra, il giardino illuminato dalla luna.