Sulla scoperta del fuoco…

Non ci sei, ma sei qui. La tua pelle morbida, calda, delicata al tatto, mi risucchia, avvolge i miei sensi, e mi restituisce, persona completamente nuova, al mondo, bomba a orologeria in procinto di esplodere, prodigioso orgasmo mentale incontrollato. 

Sono lì, ma non ci sono. Quasi mi tocchi, ma le tue mani mi attraversano, di me colgono solo l’essenza, una parte del mistero della vita, inconsistenza, frammentazione, il chiedersi chi e dove e quando e perché siamo, mantenendo l’illusione del reale, e il non rispondere a queste domande, il cercar in posti sbagliati, per far sì che di quest’illusione non ne scopriamo mai, definitivamente, il trucco.

Una rana gracida nel rio che scorre oltre il mio giardino. Un secondo, forse, dura il suo sordo e terribile grido di esistenza, poi, milioni di pensieri sfondano la mia mente e tutto si fa silenzio. 

Nel letto, coperto da lenzuola calde, percepisco solo pelle, la tua, che non ci sei, la mia, che a tratti c’è, che a tratti scompare. Centinaia di mani, illusioni biologiche perse in sogni misteriosi, s’incontrano, si toccano, si accarezzano, visione unica che passa attraverso le dita, ora calde, ora fredde, ora delicate, ora irruenti.

Questo il risveglio nell’immediato, ancor prima di aprire gli occhi, ancor prima di uscire dal paesaggio onirico da me stesso creato, sbattendo la porta alla realtà, spenta premendo l’interruttore dell’abat-jour sul comodino. Questo il risveglio, un attimo prima di aprire gli occhi e far sì che le mie retine, siano schiaffeggiate da milioni di fotoni. Questo il risveglio, dove tu, dove io, siamo solo un pensiero, un gesto, una carezza, il piacere caldo dell’esplorazione tattile, i polpastrelli che si perdono, sonde tecnologiche mandate in avanscoperta di un mondo che è e rimarrà soltanto un grande mistero, soltanto un’imponente illusione.

Erotismo primordiale, mi chiedi? Ma cosa vuoi che ne sappia io, che non ho mai imparato ad accendere un fuoco, e da questo punto di vista sono più ignorante di un uomo di Neanderthal, cosa vuoi che conosca dell’erotismo, che accendendosi ci brucia l’anima e i pensieri e i sogni e i desideri. Come cera ci sciogliamo al calore della sua fiamma senza saper, senza capir, neanche il perché.