Notti così…di creazione…

Mi piacciono le notti come quella appena passata. L’insonnia che tipicamente mi assale ogni sera, sostituita dalla smania di voler restar sveglio per terminare le ultime battute di un nuovo progetto, il sonno che immancabilmente arriva, a voler scombinare i miei piani. 

Profumo di tè, un po’ di musica, dei biscotti, una coperta sulle spalle, immerso nelle ore più buie della notte, davanti al computer, cercando di buttar giù un tappeto di parole per arredare qualche pagina bianca di word, ho abbandonato questo mondo, mi sono trasferito altrove, in un altro tempo, in un altro universo. Momento d’intimità tra me e me, fermento mentale, e il silenzio della notte, interrotto solo da scricchiolii regolari, qualcuno che nell’appartamento sopra il mio non riusciva a dormire, fantasmi irrequieti che non trovavano rifugio alcuno. 

Qualcuno ha provato a raggiungermi, laddove ero approdato, in quello stralcio di spazio-tempo lontano anni luce da qui, è stato allora che ho messo su un po’ di musica. Chiamate e messaggi sul telefono rigorosamente ignorati, mentre le parole che uscivano dalle mie dita, tic tac isterico sulla tastiera, e le note provenienti dal pianoforte di Brad Mehldau, riempivano la stanza, nascondendo le vibrazioni dell’apparecchio, gli scricchiolii generati dai passi del vicino. 

Parlando di Mehldau e ripensandoci adesso, mentre prima di andare a dormire, bevo un caffé e scrivo questo post, non posso non consigliarvene l’ascolto. Le sue versioni di Paranoid Android dei Radiohead e Dear Prudence dei Beatles sono incredibili, angoscianti e struggenti allo stesso tempo, malinconiche, irriverenti, tutto l’album Largo (2002), che le contiene, è meraviglioso. È uno dei pochi lavori che riesco ad ascoltare mentre sono impegnato nella scrittura, in alternativa, il mio compagno migliore resta il silenzio.

Finisco di bere il caffè, chiudo le tapparelle del salone, mi distendo sul divano, soddisfatto della notte appena passata, delle trenta pagine partorite tutte d’un getto, delle quali, forse se ne salveranno la metà, ma cosa importa, il brivido della creazione, che meraviglia. Buonanotte, buongiorno.