Esistenze…Presenze…

Del tempo così, che scorre lento, e del pensiero di te, che non mi abbandona. La voce, la pelle, i capelli, i sogni che si allungavano fuoriuscendo dalle pagine dei libri che leggevamo insieme – Dove sei? – mi chiedo, mentre nervoso passeggio per casa, senza trovare meta alcuna, posizione comoda, attimo di pace – Dove sei? – mi chiedo, mentre elenco ad alta voce tutti i luoghi che frequenti, tutti i posti dove so di poterti trovare. 

Un idea, un guizzo veloce, un lampo, davanti ai miei occhi scorrono cartoline, tutte le mete che volevamo raggiungere insieme e che ancora non ci hanno visti arrivare, attraversarle, esplosione di corpi e tempo e spazio e sogni e chissà quanto altro di impossibile e possibile c’è, dietro tutto questo immaginare e sognare e amare. 

Niente da aggiungere, mentre la notte si fa giorno, e il sole a poco a poco illumina il mondo tutt’intorno, non mi riconosco completamente in nessun pensiero, in nessun passo steso, mentre giro per casa, improvvisando un ballo di San Vito, muovendomi come un tarantolato, colto da una smania che, spiegamela tu, se ci riesci, io non so capire, identificare.

Il gatto rosso che a volte viene a trovarmi, compare all’improvviso nel mio giardino, sbucato chissà da dove, si avvicina alla porta finestra, osserva attraverso i vetri, l’espressione stupita, quanto può esserla quella di un felino, volto ad osservare me, i miei strani movimenti scoordinati. Ricambio lo sguardo, lo fisso negli occhi – Amico mio, oggi non ho niente da darti, non ho tonno, non ho avanzi, torna più tardi… – dico, avvicinandomi al vetro. Lui mi volta le spalle e se ne va, io mi dirigo verso la macchina del caffè. 

C’è qualcosa di perfido nel pensiero di te che riaffiora alle prime luci dell’alba, quando probabilmente ti svegli, in un altro luogo, in un altro letto, in un’altra casa e, so che mi pensi, appena quelle palpebre salgono, a far sbattere la luce universale contro le tue retine, violentandole, quasi accecandoti, so che mi pensi, quando di riflesso le richiudi, ti accarezzi gli occhi doloranti, ed io appaio di fronte a te, e la smania ti coglie, e non sai dove stare, dove esistere, dove morire.