Chi salva una vita salva il mondo intero…

La Villeneuve è un quartiere situato nella periferia sud della citta di Grenoble, nella regione Francese dell’Auvergne-Rhône-Alpes. È un quartiere difficile, dove droga e violenza la fanno da padrone e dove il degrado e la criminalità sono arrivate a mobilitare perfino il presidente Sarkozy nel luglio del duemiladieci. A conferma però, che anche in luoghi così decadenti, possono verificarsi delle vicende incredibilmente belle, ci sono i fatti di martedì scorso.

Sono le undici e cinquanta del mattino ed in un appartamento, situato al terzo piano di uno degli edifici più decadenti del quartiere, un padre è seduto sul divano insieme ai suoi due figli e sta guardando la tv. La moglie è uscita di casa appena mezz’ora prima, per andare al vicino supermercato a fare un po’ di spese, sicura di poter rientrare prima di mezzogiorno, ora in cui il marito di solito esce per andare al lavoro. Per tutta una serie di coincidenze, prodotti che non si trovano, fila alla cassa e altri piccoli contrattempi però, la donna è in ritardo e a mezzogiorno in punto il marito guarda l’orologio e sbuffa. La chiama, lei risponde che arriverà almeno quindici minuti dopo mezzogiorno. Lui non può aspettare, guarda i figli e decide di uscire – in fin dei conti, resteranno solo pochi minuti da soli, poi mia moglie arriverà… – pensa, dopodiché si infila le scarpe, li bacia ed esce.

Tutto sembra apparentemente normale, forse l’hanno fatto milioni di volte e quindi l’uomo è tranquillo, forse è solo un po’ distratto, comunque stiano le cose, alla fine il padre decide di andare al lavoro, lasciando la piccola di dieci anni e il piccolo di quattro soli sul divano. Le cose però, non vanno come sono andate tutte le altre volte in cui l’uomo li ha lasciati per qualche minuto, questa mattina, proprio in quel lasso di tempo tra l’uscita di casa del padre e il rientro della madre, in quell’appartamento scoppia improvvisamente un incendio.

Le fiamme divampano velocemente, gli oggetti bruciano, il fumo nero comincia a uscire dalle finestre, aperte al caldo pomeridiano. Alcune persone notano l’incendio e si avvicinano alla palazzina, guardano quello che succede, osservano le finestre dell’appartamento preoccupate, chiamano i soccorsi, poi improvvisamente, i due bambini si affacciano.

Le persone in basso restano basite per qualche attimo, i due bambini gridano, piangono, mentre il fumo e le fiamme aumentano di secondo in secondo. Le persone in basso cercano di calmarli, gridando loro di stare tranquilli, poi parlano alla bambina, la incitano a gettare il fratellino, le dicono che loro la prenderanno, che andrà tutto bene. La bambina improvvisamente smette di piangere, guarda le persone racchiuse a capannello sotto la finestra, guarda il fratellino di quattro anni. Impossibile sapere cosa quel cervellino in via di sviluppo abbia veramente pensato, quello che sappiamo è che la piccola lo affera sotto le ascelle e lo getta di sotto. Le persone come promesso lo prendono e lo mettono al sicuro, poi tornano a formare il capannello sotto la finestra. La bimba adesso è sicura, sa che ce la farà, sa che non morirà bruciata dalle fiamme come un sacco di altre persone vittime di incendi, sale sul davanzale, chiude gli occhi, si butta.

Le persone sotto piangono, due degli uomini si sono rotti i polsi nell’afferrare i due corpi, le donne affacciate alle numerose finestre che guardano verso la palazzina gridano, i due bambini si abbracciano. Il resto non ci interessa, non è nostra competenza giudicare i genitori, occuparci delle faccende legali. Martedì a Villeneuve, un quartiere che finisce generalmente sulle cronache Francesi per vicende incredibilmente violente, è successa una cosa meravigliosa ed io ne ho voluto parlare qui, perché rimanga un segno di quei polsi che due giorni fa hanno salvato due bambini a prescindere da cosa facessero di solito le mani attaccate ad esse.