Alle quattro del mattino…

Ho perso un occhio, alle quattro del mattino, e adesso, mi guardo allo specchio, perplesso, stupito, spaventato, forse. Non ho una bella cera, l’orbita vuota mi inquieta, sangue e angoscia, rivolo che cola lungo la mia guancia sinistra, plof, plof, plof, gocce, di sangue e di angoscia, che cadono nel lavandino bianco, pulito, luccicante, porcellana Richard Ginori, scritta azzurra in parte scolorita, a qualche centimetro dal rubinetto.

Ho perso un occhio, alle quattro del mattino, e non so nemmeno come ho fatto, a perderlo intendo, e mentre cerco di riflettere, mentre cerco di ricordare cosa sia capitato, con l’occhio che mi è rimasto, fisso l’orbita vuota, al suo interno, sangue e angoscia, mi perdo, oscurità, tornado che mi risucchia, che mi porta altrove, un altro mondo, un altro universo, un’altra vita.

Ho perso un occhio, alle quattro del mattino, un’ora strana, assurda, silenziosa, terribile, oscura, un’ora da evitar di vivere, se solo si potesse, un’ora beffarda, durante la quale può accadere di tutto. Un vecchio e caro amico, Gregor Samsa, svegliandosi alle quattro del mattino in punto, scoprì di essersi trasformato in un insetto, sempre alle quattro del mattino, nella tenuta Las tres Marías si imbalsamavano cadaveri, e ancora, alla stessa ora, secondo Shakespeare, ci si prepara a uccidere un tiranno, come scrive nel Richard, stavolta non Ginori, ma III, o a giustiziare un innocente, come scrive in Measure for Measure, il mio occhio, tiranno e innocente allo stesso tempo, il mio occhio, ucciso, giustiziato, parallelismi, sincronicità, mi perdo, oscurità, tornado che mi risucchia, che mi porta altrove, un altro mondo, un altro universo, un’altra vita.

Ho perso un occhio, alle quattro del mattino, e non so nemmeno come ho fatto, a perderlo intendo, e mentre vengo risucchiato in un altrove vicino e lontano allo stesso tempo, vicino e lontano, nello stesso spazio, attraverso centinaia di vite, vivo centinaia di esistenze, nasco, muoio, rinasco ancora, e a poco a poco, impazzisco, la memoria che mi abbandona, la coscienza che esplode, supernova, esisto, non esisto, esisto di nuovo, mi perdo, oscurità, tornado che mi risucchia, che mi porta altrove, un altro mondo, un altro universo, un’altra vita.