Turbamenti…

Perdo un passo, sbaglio movimento, direzione, e, improvvisamente, mi ritrovo altrove, labirintiche esistenze, al di là del prossimo muro, milioni di cammini che conducono verso altrettante destinazioni, la mia personalità che si disgrega ad ogni bivio, io che più vado avanti, più mi riconosco, meno so chi sono, discrepanze, dissonanze, incongruenze, paradossi, serpente che mi striscia accanto, sibila, ogni tanto mi osserva, io che ricambio il suo sguardo, telepatia tra di noi, simbiosi, facciamo la stessa strada, da tempo, ma nessuno di noi due sa dove siamo diretti, posso percepire la sua angoscia, lui può percepire la mia, due facce della stessa medaglia, inesistente.

Un soffio di vento mi scompiglia i capelli, profumo di fiori di lavanda, mescolato ad altri odori che non so riconoscere, a invadere le mie narici, io che mi lascio accarezzare la pelle da quella brezza e chiudo le palpebre, per poi aprirle nuovamente, il labirinto, il serpente, i profumi, le mura, scomparsi, improvvisamente, al loro posto un prato verde infinito, che sbatte contro un cielo privo di nuvole, sensazione di smarrimento che mi avvolge, mentre lo osservo turbato, mentre mi lascio cadere sull’erba, disteso, l’azzurro del cielo a invadermi gli occhi.

Pensieri si accavallano nella mia mente, domande, domande, domande, ingorgo cerebrale, attività neurale intensa, io che provo a rilassarmi, provo a lasciarmi andare, cercando di ritrovare tranquillità, ma non ci riesco, i muscoli che si irrigidiscono, la testa che fa male, vorrei addormentarmi, chiudere gli occhi e non aprirli mai più, ma tutto quello che so fare è divincolarmi, cercando di rompere le invisibili catene che mi imprigionano, spasmi muscolari, bava alla bocca, non sono più padrone del corpo che mi contiene.

Eccolo il momento supremo, topico, il climax, fuga impossibile da un luogo inesistente, nessun punto di partenza, nessun punto di arrivo, oggetti che compaiono e scompaiono, luoghi che cambiano senza nessuna logica, realtà effimera, vorrei addormentarmi, chiudere gli occhi e non aprirli mai più, ma tutto quello che so fare è divincolarmi, il serpente che mi avvolge, mi stringe fino a soffocarmi, e poi, lentamente, m’inghiotte.