Ritorno al mattino, senza spazio né tempo, fuori ancora il buio a farla da padrone, dentro, fruscio di un ventilatore acceso che soffia via i miei pensieri, legami contorti tra parole, immagini, situazioni, progetti, idee, storie del passato, del presente, del futuro, e poi, chissà cos’altro.

Cerco di far mente locale, ho bisogno di un Si bemolle, ma i muscoli, mentali e non, mi fanno male, e non ho voglia di pensare, e non ho voglia di lasciarmi andare, e non ho voglia di perdermi al di là della mia, della tua pelle, piuttosto sento il bisogno di sedermi sul davanzale della finestra aperta, le colline, il fiume, avvolti ancora dalla notte, dai sogni, dai miraggi, dai miei, dai tuoi desideri, che si perdono tra gli alberi, e chissà, chissà dove finiscono.

Mattini così, malinconica armonia ad avvolgermi, mentre ascolto il silenzio, musica in Si bemolle, e mi lascio accarezzare, toccare, dita invisibili che sfiorano la mia schiena, il mio collo, la mia testa, ogni centimetro del mio corpo, ogni centimetro della mia esistenza, improvvisazioni naturali, presente, passato, presente, pressato, passente.

Mattini così, che aspettano impazienti il mio ritorno dal sonno, accoglienze calorose, oltre il prossimo istante, un gesto, un messaggio, uno stimolo sensoriale, un immagine mentale, vita, vita, vita, e poi, un inno in Si bemolle, musicalità che mi accompagna nei miei primi passi attraverso questo nuovo giorno, attraverso questo nuovo me, diverso da ieri, diverso da domani.

Ritorno al mattino, senza spazio né tempo, fuori ancora il sogno a farla da padrone, dentro, pensieri che si creano, uno dietro l’altro, immagini che scivolano davanti ai miei occhi, distorte rappresentazioni di me, di te, un pianoforte che suona, inno in Si bemolle che si diffonde per tutta la stanza, che accompagna le mie elaborazioni mentali, legami contorti tra parole, immagini, situazioni, progetti, idee, storie del passato, del presente, del futuro, e poi, chissà cos’altro, un gatto nero che si avvicina, occhi verdi, spalancati, pupille allargate sul buio, baratri di oscurità nell’oscurità, esplora, mi guarda, mi annusa, e poi, sale sul letto, si accoccola sul mio petto, chiude gli occhi, fa le fusa, a poco a poco si addormenta tranquillo, io che lo guardo, le note che continuano a diffondersi intorno a noi.

Mattini così, senza spazio né tempo, un inno in Si bemolle, ad accarezzare la mia pelle, pensieri che si allungano al di là della finestra, musicalità che mi accompagna nei miei primi passi attraverso questo nuovo giorno, attraverso questo nuovo me, diverso da ieri, diverso da domani.

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