Visioni psichedeliche…

E mi ritrovo in un tuo pensiero, frasi che scivolano sul mio vissuto, le percepisco, carezze intime, sussurri delicati, nascosto nel tuo respiro, il segreto dell’eternità, stella che brilla da millenni sui miei passi che si stendono nella notte, e poi, storie di appartamenti vuoti, mura scrostate, finestre rotte, fili elettrici che penzolano da soffitti ingialliti dal fumo, lampadine impiccate, oramai morte, oltre te e me, milioni di futuri mai nati, strade chiuse, universi paralleli mai esplorati, vite mai vissute, chiudo le palpebre, respiro, sento l’energia scorrere nelle mie vene, le apro nuovamente, lettere che compaiono su un foglio di carta vecchio secoli, parole, frasi, frasi, frasi, oltre periodi così, come quelli da te scritti, poco di me, l’essenziale, molto di te, il superfluo, che poco c’è da dire in più a quello che già conosco, e del quale nessuno, né io, né qualcun altro, certamente non tu, potrà mai scrivere, io che sorrido guardando le mie mani, ora vuote, il foglio scomparso, di certe visioni, di certe sensazioni, di certe percezioni, meglio non dire mai.

E ti ritrovi in un mio pensiero, imprigionata, vortice di sbarre, scala a chiocciola che scende nel buio, panorama psichedelico, caleidoscopiche visioni, tu che ti pieghi alle mie esigenze letterarie, io che sono il guardiano involontario di questa stanza strana, all’interno della quale sei rinchiusa, dalla quale cerchi di evadere, senza successo, per poi arrenderti, fermarti, esausta, prima di cadere giù, pozzo oscuro, acqua che ti arriva fino al mento, luna piena che brilla nel cielo e si riflette a qualche centimetro da te, tu che chiudi le palpebre, respiri, senti l’energia scorrere nelle tue vene, le apri nuovamente, surrealismo primordiale, incomprensibile, mentalmente inaccettabile, il pozzo, l’acqua, il cielo, la luna, scomparsi improvvisamente, strada di mattoni rossi davanti a te, tu che la percorri, entri in un buio fatto di denti, palato, lingua, tonsille, gola, scivoli dentro di me, di certe visioni, di certe sensazioni di certe percezioni, di certe vicende digestive, gastriche, meglio non dire mai. 

Risvegli strani, pieni di me e di te, pieni di incomprensibili visioni, situazioni, percezioni, tempo e spazio che si appiattiscono, si allungano verso l’infinito, oltre l’istante presente, eterno, il nostro respiro che s’incontra, il tuo penetrarmi, il mio penetrarti, unione, incontro, congiunzione, e poi, il nascere di una nuova alba, la fine di un’epoca.