Scarpette rosse…

Nel riflesso di me, che lo specchio offre al mio sguardo, fatico a riconoscermi, figura distorta, appannata, confusa, colori che si perdono, trasparenza, evanescenza – Momenti su momenti, vita su vita, e questo è il risultato, una scomparsa progressiva verso chissà quale altrove… – penso, cercando di identificare nel mio volto, ciò che è rimasto intatto, ciò che la vita non ha ancora distrutto, cercando di trovare la pietra da afferrare, scalatore inesperto quale sono, per aggrapparmi e non cader giù, per evitare di sfracellarmi al suolo, sgretolarmi definitivamente contro una realtà che, momento dopo momento, vita su vita, mi appare più caotica, incomprensibile, a volte illusoria, chiudo le palpebre, le apro, guardo in basso, non resisto, mollo la presa.

La danzatrice si alza da terra, lentamente, con grazia, comincia a muoversi, ogni sua cellula è impegnata nell’interpretazione motoria di un sogno immaginato, programmato, desiderato, voluto, preteso, fino a qualche secondo prima, nessuna melodia guida la sua danza, o almeno, nessuna melodia che io possa sentire, mentre disteso al suolo, sgretolato in centinaia di pezzi, frantumi di specchio tutt’intorno a me, sangue e riflessi ovunque, la osservo, tra un battito di cuore e l’altro, i miei pensieri a stendersi nello spazio e nel tempo, a raggiungerla, circondarla, abbracciarla, confortarla, nel suo etereo muoversi, davanti a noi l’universo intero, specchio infinito, dietro, il nulla più profondo e cupo. 

Chiudo gli occhi, lei li apre, resto immobile, lei si muove, unione tra di noi, perdita di senso, oltre il mio pensiero, solo i suoi movimenti, le mani che si allungano, le gambe che si stendono, sicurezza e incertezza che s’incontrano, danzano insieme, un respiro, un gesto, rivolo di sangue che dal mio fianco, frammento di specchio conficcato nella carne, ferita aperta, la raggiunge, scarpette bianche che ad ogni movimento si sporcano di un rosso acceso, brillante, lei che continua a danzare, senza curarsene, sempre più velocemente, sempre più intensamente, battito cardiaco che aumenta, ansimare che si fa più intenso, esistiamo e non esistiamo, entrambi lentamente svaniamo, in chissà quale altrove, in chissà quale spazio, in chissà quale tempo, specchio che non riesce più a rifletterci, oltre il prossimo passo, oltre il prossimo frammento, oltre il prossimo momento, davanti a lui, solo memoria, memoria, memoria e nulla più.