Una farfalla, battito d’ali multicolore tra le bianche calle, una campana a vento in bambù, suono monotono, debole, soffio delicato a farla dondolare, spiriti del mattino che danzano intorno a me, incontro d’energie, scontri atomici, il sole che compare da dietro le colline, osservo, mi lascio andare a un sorriso, un attimo di tranquillità.
Sulla mia scrivania sono germogliate le piantine di melone, e la vicina possiede i gerani più belli di tutto il quartiere, dice che il segreto è mescolare fondi di caffè al terriccio, ho provato a farlo anche io, sembra funzionare, verso un po’ d’acqua nel vaso, la farfalla è volata via, la campana a vento non suona più, il sole è sparito dietro una nuvola, una volta, tanti anni fa, mentre in aereo sorvolavo la Spagna diretto in Sud America, ebbi un déjà vu, vidi la mia morte in quel paese, così la penisola Iberica, resta ad oggi, l’unica zona dell’Unione Europea che non ho ancora visitato, ci andrò quando deciderò di andarmene da questo pianeta, o me ne andrò quando deciderò di andarci, che poi è la stessa cosa.
Spiriti del mattino danzano sull’erba bagnata dalla rugiada, posso percepire la loro presenza, posso vederli nascosti tra i riflessi di luce, ho il cuore leggero, venerdì così mi capitano raramente, chiudo le palpebre, respiro profondamente, le apro, il sole è uscito da dietro la nuvola, campo azzurro dietro di lui, la vicina stende i panni, canta una canzone francese che non conosco, lenzuola bianche, gerani rossi – …non esiste posto più bello dove esistere, a Marseille… – penso tra me e me, il mondo oltre la siepe di alloro, scompare completamente, qualcuno ascolta No Surprises dei Radiohead, e no, non ci sono sorprese, almeno per il momento, ma questo è un venerdì, non me le aspetto.
Una volta, tanti anni fa, mentre in aereo sorvolavo la Spagna diretto in Sud America, ebbi un déjà vù, vidi la mia morte, un infarto, vidi il mio corpo inerme disteso sul letto di una camera d’hotel, e una parte di me, la più luminosa, che lentamente si dissolveva, sussurrando: Proprio in Spagna dovevo morire! Tornato in me, guardai il monitor sul sedile di fronte al mio, il gps ci posizionava proprio sopra Madrid, così, ad oggi, la penisola Iberica, resta l’unica zona dell’Unione Europea che non ho ancora visitato, ci andrò quando deciderò di andarmene da questo pianeta, o me ne andrò quando deciderò di andarci, che poi è la stessa cosa, intanto, mi godo il sole, la strana tranquillità di questo venerdì, il suono della campana a vento che, nel frattempo, ha ripreso a dondolare, la vicina che continua a cantare la vecchia canzone francese che non conosco, i fondi di caffè mescolati al terriccio fanno bene alle piante e non esiste posto più bello dove esistere, a Marseille.