Scopro di te…

Scopro di te guardandomi dentro, ascoltando quelle voci che, fin da quando sono nato, mi parlano senza interruzione, ma che da sempre ho ignorato, volutamente, dirigendo la mia attenzione verso il frastuono della vita. Clacson, motori, rumori indistinti, ma anche parole inutili, frasi gettate al vento come si getta la spazzatura il giovedì pomeriggio, prima che il camion dell’immondizia passi a ritirarla. 

Scopro di te che, nascosta tra ricordi antichi, vicende vissute in altre vite, esistenze lontane millenni dal mio presente, riaffiori lentamente, mostrandoti in tutto il tuo splendore, sbrilluccichio surreale, tintinnio primordiale, danza che nessuno pratica più, da tempi remoti. 

Scopro di me rispecchiandomi in te e la mia voce cambia, si fa più sicura, più matura. Il timbro si trasforma, come se finalmente fossi riuscito a trovare l’accordo giusto, quella tonalità mistica che permette l’accesso ad altri mondi, ad altre realtà parallele, come se finalmente fossi riuscito a trovare il modo di smaterializzarmi, per ricomparire qualche secondo dopo in una forma completamente nuova, fatto di una sostanza incredibilmente innovativa.

Scopro di me e non è un caso, che da secoli mi trascino in un’esistenza sbiadita, cercando nuovi colori ovunque, con la volontà altalenante, insicura, zoppa, di chi pur impegnandosi, non riesce a trovare, e resta vittima dell’insicurezza, di quei se, di quei ma, che rovinano la vita, trascinando l’individuo nell’oscurità di un’esistenza misera, che ha il sapore dell’inutilità totale. 

Scopro di me e non è un caso, che nell’impossibilità d’interrompere il cercare, alla fine, sono tornato alla base delle cose, a quell’ammasso di informazioni indistinte, accumulate all’interno del mio magazzino mnemonico, luogo che non riesco a capire, a visualizzare, a identificare, a delimitare, tanto è esteso, tanto si allarga al di là dei miei pochi giorni vissuti sulla terra, oltre i confini di questo universo sempre in espansione. Sono tornato lì dentro e spostando scatoloni, accumulando cavi, foto, elettrodomestici, intere case, colline, città, campagne, persone e un’infinità di libri, ho trovato uno specchio, e nel riflesso, ho visto te, ho visto me.