Sull’adattamento e l’evoluzione…

Cammino per strada, sono diretto a un chiosco per comprare un panino, questo sarà il mio pranzo di oggi. Guardo con diffidenza le persone che mi passano accanto, sia che portino la mascherina, quella che sto indossando anche io in questo momento, sia che non la portino. Mi chiedo se mi sia sempre comportato così, inconsciamente, se questa mia diffidenza sia sempre stata presente in me e la pandemia l’abbia solamente fatta affiorare alla coscienza, o se sia nata in seguito agli eventi degli ultimi mesi.

C’è chi vive pensando: Ma che cazzo me ne frega, se prendo il Covid pace, si vedrà che succede! Chi invece, tipo me, è diventato ancora più ipocondriaco di quanto non sia mai stato. C’è chi nega all’evidenza del problema, c’è chi lo enfatizza. Mai come in questo momento, osservando attentamente il mondo intorno a noi, ci rendiamo conto di quanto le idee delle singole persone facciano la differenza. Prendiamo per esempio le manovre che i vari governi mondiali stanno varando, mettendo in atto le misure di contenimento del virus. Esse non sono sbagliate, sì, forse le tempistiche sono lente, le decisioni vengono prese in maniera zoppicante, insicura, ma sostanzialmente, quasi tutti i politici, stanno lavorando per arrivare a contenere l’epidemia, senza ricorrere a un nuovo lockdown e stanno procedendo nell’unico modo possibile. Le misure prese, potrebbero davvero funzionare, ma solo e soltanto in una società ideale dove i singoli, attraverso il buonsenso, prendono atto di tutto quello che c’è da fare per evitare una catastrofe e si muovono in sinergia con un obiettivo comune. Ovviamente però, nella nostra società, ben lontana da una comunità ideale come questa, le misure che si vorrebbe mettere in atto non possono funzionare, questo perché le visioni egocentriche delle singole persone, fanno sì che si manifestino i comportamenti più vari, più assurdi, che spesso vanno contro a quelle regole indicate dalle istituzioni.

E allora, quale è la conclusione? La maggior parte delle persone sono stupide? Se ne fregano? No, sono piuttosto superficiali, hanno difficoltà ad identificarsi nella società che ruota intorno a loro e di conseguenza a sentirsi parte integrante e importante di essa. Per quanto mi riguarda, chi fa informazione, chi si occupa di media, dovrebbe cercare di spostare il focus delle proprie notizie, dei propri articoli, dalle dinamiche dominanti ai singoli cittadini. Dire che il covid sta cambiando il nostro modo di lavorare, di fare impresa, l’economia, i mercati, i governi, la politica è fuorviante, è un errore madornale. Prima le persone si renderanno conto che la pandemia sta agendo direttamente su di loro, più veloce arriverà il momento in cui esse si muoveranno in sinergia, per il bene della società stessa.

La pandemia indirettamente sta agendo sui processi mentali dei singoli individui, modificando il loro modo di pensare, e attraverso questa azione, sta cambiando il loro comportamento manifesto, il loro modo di prendere decisioni, il loro modo di comportarsi. In risposta a ciò, se vogliamo alla paura del cambiamento, all’uscita dalla propria zona di confort, si verifica la resistenza di certi individui al nuovo modello, il tentativo di ignorarlo, il cercar di continuare a vivere mettendo in atto schemi comportamentali del passato, facendo finta che il problema non esista, che non ci sia nessuna pandemia che tutto vada per il meglio.

Si chiama adattamento, quello che siamo chiamati a mettere in atto, e prima ci renderemo conto che nel nostro mondo moderno, questa facoltà che possediamo, che ci permette di interagire e appunto adattarsi all’ambiente nel quale viviamo, va considerata a largo spettro, includendo anche la società di cui facciamo parte, che poi non è altro che il risultato della nostra recente evoluzione, prima passeremo ai processi di assimilazione. Prima ci renderemo conto di ciò, prima parteciperemo insieme alla battaglia contro questa pandemia e a tutte le altre battaglie necessarie a far sì che il mondo diventi un posto migliore.

Visto così, il Covid, che ci obbliga ad adattarci a nuovi stili di vita e a prendere coscienza del nostro ruolo nella società, diventa un motore capace di spingerci verso il prossimo passo dell’evoluzione umana. E’ un motore delicato però, potrebbe ingripparsi, se commettessimo l’errore di non comprendere che ognuno di noi fa la differenza, potrebbe rompersi e allora le conseguenze sarebbero disastrose per tutti quanti.