Di soluzioni idroalcoliche e dopobarba…

Contrariamente a quello che può sembrare, perché magari ne parlo poco, sto molto attento al problema del Coronavirus. Indosso sempre la maschera, pratico il distanziamento sociale, vabbé quello almeno da dieci anni, e disinfetto sempre le mani uscendo ed entrando nei vari negozi dove mi reco. Non lo faccio per paura di contrarre il virus, cioè forse anche per quello, almeno inconsciamente, visto che sono ipocondriaco, ma più che altro lo faccio per le persone che frequento, ce ne sono alcune che soffrono di diabete, altre molto anziane e fragili ed è nella loro tutela e per rispetto nei loro confronti, che cerco di vivere la mia vita nelle regole dettate dal sistema sanitario locale.

Lo ammetto portare la maschera è una cosa che ho sempre detestato, anche quando succede per lavoro, ma proprio per questo motivo, perché la uso spesso in ambiente lavorativo, so che quando la indosso, dopo qualche minuto me ne dimentico e vivo la mia vita tranquillo, come se niente fosse. La mia proverbiale curiosità inoltre, mi porta nel momento in cui incrocio altre persone che la indossano, a immaginare i visi in parte celati dietro la protezione e ad osservare meglio i loro occhi, che spiccano come fanali da quella piccola striscia di volto che rimane scoperta.

L’odore del gel idroalcolico invece, lo detesto. L’ho sempre odiato, da quando lo utilizzo regolarmente per lavoro. Questo fino a stamattina. Avendo terminato la mia scorta di boccettine, ne tengo un po’ ovunque per via di mia figlia, sono andato nella vicina farmacia per comprarne di nuove. Sandrine la mia farmacista di fiducia, mi ha subito detto di non averne e mi ha indirizzato verso una bottega non troppo distante.

Quando sono entrato chez Papà Sahïd, il posto che mi era stato indicato, mi sono ritrovato in quello che qui in Francia viene chiamato superette, un negozio che in genere è aperto ventiquattro ore su ventiquattro e che somiglia molto a quello che noi vecchi toscani chiamiamo l’Apparto, denominato nel resto d’Italia Generi Alimentari. Papà Sahïd non aveva il gel idroalcolico e al suo posto mi ha proposto la soluzione liquida. Ne ho prese due bottigliette e sono rientrato a casa.

Quando arrivato, ne ho aperta subito una per disinfettarmi le mani, lo stupore. Questa cavolo di soluzione, che non avevo mai comprato prima, ha lo stesso profumo del dopobarba di Dimensione Uomo che mio padre usava negli anni ottanta, quello che sulla boccetta aveva l’etichetta con l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci disegnato sopra.

È un odore che per me si mescola a quello della schiuma da barba Proraso, che continuo a usare da quando ho iniziato a rasarmi la barba, è un odore di ricordi incredibili. Devo ammettere che sono ore che continuo ad annusarlo, alla ricerca di episodi, che nascosti nelle mie cellule nervose, si stanno risvegliando aiutati dall’odore di questa sostanza diventata velocemente una droga.

Mentre scrivo penso a mio padre davanti allo specchio del bagno, vestito di tutto punto, che si prepara per uscire con mia madre e che subito dopo essersi rasato, si mette quella lozione dopobarba che ho detto prima. Lo posso percepire mentre lo osservo, seduto sul bordo della vasca, in pigiama, aspettando che escano per infilarmi nel letto. Lo posso percepire prima di uscire di casa, con mia mamma al suo fianco, mentre si abbassa e mi da un bacio sulla guancia. La sua pelle morbida, profumata, un odore identico a quello che sto inalando in questo momento.

Cosa posso dire di più, domani torno chez Papà Sahïd per comprare altre bottigliette di scorta, che disinfettarsi è una buona abitudine, ma se quando apro la boccetta vengo immediatamente catapultato nel mio lontano passato, diventa anche un piacere incredibilmente inaspettato.