Incidenti e Misteri…

Sto pensando a quella ragazza che questa mattina mi ha tamponato e all’universo assurdo che, appena due giorni dopo aver ritirato l’auto dalla carrozzeria, per via dell’incidente avvenuto un paio di mesi fa, ha fatto apparire nuovamente sul mio percorso un’altra persona in possesso di patente da ritirare immediatamente.

Lei una mamma, con figlio a fianco, ovviamente su seggiolone visto la tenera età dell’infante. Io in auto davanti a lei con Livia sul sedile posteriore. Me la immagino mentre fa le faccine stupidine al bambino invece di guardare la strada e notare che io avevo appena inchiodato per via di un motociclista che mi aveva tagliato la strada. Ho sentito l’urto, ovviamente non troppo forte e subito son partiti due santi manco fossero astronauti sulla Crew Dragon di Space X.

Sono sceso dall’auto e ho guardato il paraurti, il danno c’era, non era così grande da mettere in mezzo le assicurazioni, ma da richiedere un compenso monetario per la riparazione e il disturbo indubbiamente si. L’ho guardata e ho chiesto: Che facciamo? Foglio di costatazione amichevole?

Lei è rimasta in silenzio si è strinta nelle spalle non sapendo cosa rispondere, dopodiché ha chiamato il marito. L’ho sentito parlare dall’altra parte e incazzarsi con lei, mi è sembrato quasi di capire che la giovane donna avesse già avuto un incidente qualche giorno prima, ma ho fatto finta di niente. Mi ha passato il telefono, io e il marito abbiamo avuto un rapido scambio, mi ha chiesto se ci fossero danni e se ci fossimo fatti male, dopodiché ho passato nuovamente il telefono alla ragazza che ha continuato la conversazione, mentre l’uomo dall’altra parte urlava incazzato. Una volta attaccato il telefono, abbiamo controllato entrambi i nostri cruscotti e non avevamo fogli di constatazione amichevole, ho fatto una foto alla targa, al suo documento d’identità e alla sua assicurazione, ho preso il suo numero di telefono e le ho detto che l’avrei chiamata in tarda serata per prendere accordi.

Adesso ho provato a chiamare il numero che risulta inesistente, sebbene questa mattina fosse funzionante. Ho cercato la proprietaria del documento su internet e ho scoperto che il suo nome appartiene a un’altra persona, e quando dico questo non vuol dire che si chiami Maria Rossi, qui in Francia le persone hanno tre nomi in uso sul documento di identità più il cognome, quale è la probabilità che una persona abbia gli stessi tre nomi di un’altra più lo stesso cognome? Irrisoria, se si considera peraltro che il cognome e due dei tre nomi non sono di uso comune.

Ovviamente al di là del danno, che ripeto essere irrisorio, la mia mente ricca di immaginazione ha subito incominciato a creare una serie di ipotetici scenari, tutti quanti troppo assurdi per essere veri. Sono qui in poltrona che rimugino sul da farsi, se passare dall’ufficio della polizia municipale o lasciar perdere definitivamente questa storia. Livia gioca ai miei piedi con le bambole, prima Barbie stava raccontando a Ken o come cavolo si chiama, di aver avuto un incidente con la sua nuova auto e che non ne poteva più di tutte queste persone che non sanno guidare. Secondo me mi sta dicendo in maniera sottilmente velata che non sono un asso del volante, oppure si sta prendendo gioco di me, non so decifrarla in questo momento. Posso tuttavia affermare che lei è stata l’unica nota colorata di questa mattina. Non appena è avvenuto l’urto e mi ha sentito urlare le mie imprecazioni, ovviamente lanciate in toscano stretto in maniera che per lei fosse impossibile comprenderle, ha risposto teneramente – Babbo un altro incidente no, la nostra macchina è guarita proprio ieri! Come facciamo altrimenti? Io non voglio tornare nella metro con la mascherina! Non respiro!! – e così dicendo si è data una botta in testa.