Ringo o Ringoglionito?

Oggi compie gli anni Richard Starkey alias Ringo Starr. Si può scrivere un post su Ringo? Vabbé ci provo, anche se, e qui metto le mani avanti, io non sono un esperto di batteria, di conseguenza, non sono in grado di poter giudicare se il nostro quarto di Beatles sia un grande batterista o meno. Qualcuno dice che il suo stile batteristico sia stato molto innovativo e numerosi batteristi famosi affermano di essersi ispirati a lui, gli credo, ovviamente con il piccolo dubbio che può restare a chi non si interessa propriamente di qualcosa, in questo caso io che di questo strumento conosco davvero poco. Bisogna però sottolineare, che se gli altri tre Beatles sono diventati dei veri e propri monumenti della musica, Ringo al contrario, viene sempre un po’ meleggiato come dicono nell’Aretino, difatti non riesco a immaginarmelo un Phil Collins, che dice di essersi ispirato a lui, come afferma il giornalista Robyn Flans, ma tutto può essere.

Sebbene Ringo venga sempre evidenziato come il quarto di Beatles più brutto e con meno charme e impronta, bisogna dire però che il suo spazio se lo è saputo ritagliare bene e che ha ben sfruttato la valanga incredibile generata dalla Beatlemania, anche se forse a volte è stato un po’ sfigato, come nel sessantaquattro del secolo scorso, quando alla vigilia della partenza per il tour mondiale del quartetto si beccò la tonsillite e fu sostituito da Jimmy Nicol. No dai, la tonsillite Ringo non si può proprio sentire! – gli avrà detto indubbiamente la sua compagna dell’epoca.

Comunque, personaggio o meno, talento o meno, durante una sbornia colossale a casa di amici londinesi, mi trovavo nella metropoli Inglese per lavoro, decisi che avrei innalzato il ruolo di Ringo e lo avrei estratto dal fango in cui troppo spesso è stato gettato da coloro che, lo considerano il Beatles più inutile. Mettemmo su il vinile di Abby Road e ascoltammo in loop per ore Octopus’s Garden, uno dei tre brani attribuiti al popolare batterista. Sottolineo che queste sono idee malsane che possono essere partorite dalla mente umana solo quando si è ben lontani dall’esser sobri.

Fu dopo una quarantina di ascolti che il mio cervello, probabilmente dopo aver percorso distanze alcoliche e temporali molto ampie, percepì: I’d like to be under the sea In an octo pussies’ garden in the shade e lì in quel momento, il denigrato Ringo risorse nella figura del genio assoluto all’interno del popolare quartetto, creatore di un brano musicale ricco di doppi sensi e allusioni, probabilmente dovute alla sua intensa e promiscua, questo almeno ci è noto, vita sessuale. A conferma di questa strampalata idea, si potrebbe anche pensare che l’idea per scrivere il testo di questo pezzo a Ringo fosse venuta grazie all’intervento di Peter Sellers, con il quale si trovava in barca durante una vacanza in Sardegna.

Per tornare alla mia serata londinese, comunque, ricordo che saltai in piedi e gridai: Ringo è un genio!!! Non è Octopus’s Garden è Octo pussies’ garden!!! Tutti scoppiarono in una gran risata, in particolare quando alzandomi in piedi e levando il braccio con il bicchiere pieno di whiskey al cielo, lanciai il distillato in aria disegnando una bella macchia sul soffitto.

Non vi dico però la delusione quando, qualche ora più tardi, dopo che i fumi dell’alcool furono evaporati e io tornai il me stesso sobrio, scoprii che probabilmente il pezzo attribuito a Ringo, è stato in realtà partorito dalla coppia Lennon – McCartney e che quel rumore di bolle che si sente in sottofondo è il nostro celeberrimo batterista che soffia dentro a una cannuccia immersa in un bicchiere di latte.

E con questa immagine un po’ così, di Ringo che fa le bolle con la cannuccia, concludo il pezzo di stasera, che qualunque sia stato il suo peso nella storia dei Beatles è sicuramente uno che della storia della musica ha fatto, fa e farà sempre parte. Vi lascio con il dilemma…Ringo o Ringoglionito? E a Richard Starkey porgo invece i miei migliori auguri!