Su Arte e Censura

Il politically correct, nelle mani dei diversamente intelligenti e dei diversamente colti (così si chiamano nel duemilaventi gli imbecilli e gli ignoranti), è diventato una vera mina vagante. Se nel millenovecentonovantasette in una Bustina di Minerva, Umberto Eco si prendeva gioco del politically correct orientato al boicottaggio di opere d’arte, libri, film e canzoni del passato, proponendo di riscrivere alcune fiabe, tra le quali Biancaneve e i sette nani, diventata tra le sue sapienti mani: Biancaneve e gli adulti di misura non standardizzata, chissà oggi cosa si inventerebbe nel vedere le battaglie senza senso, che vengono lanciate in nome di quello stesso politically correct da lui deriso all’epoca.

Dopo Via col vento bandito dal canale HBO per i contenuti razzisti, in questi giorni si è assistito infatti anche all’attacco di Mary Poppins, per lo stesso motivo. La scena degli spazzacamini che danzano sui tetti è stata individuata anch’essa come razzista. Ma non solo, è di ieri la notizia che il film Split di Night Shyamalans (2016), secondo capitolo della trilogia cominciata con Unbreakable (Il predestinato, 2000) e terminata con Glass (2019) è diventato vittima di una petizione per domandarne la rimozione dalla piattaforma Netflix. Il film (genere: thriller, fantascienza, drammatico), ha come personaggio principale un ragazzo che soffre del disturbo dissociativo dell’identità e secondo coloro che hanno dato il via alla petizione, sarebbe offensivo nei confronti di chi soffre di questo disturbo, perché non rappresenta bene quella malattia.

Personalmente mi attendo a breve il boicottaggio di tutti i film di Alien da parte del Movimento Raeliano e una petizione del Movimento Femminista contro i Puffi, il cartone animato più sessista della storia. Un villaggio di creature maschili dove le uniche due femmine, Puffetta e Bontina (la seconda è stata aggiunta anni dopo la creazione della prima, in seguito alle polemiche sul fatto che Puffetta fosse l’unica donna in una comunità di uomini), non fanno parte della comunità ma sono state entrambe create dal personaggio cattivo della serie, il mago Gargamella. Mi aspetto anche una petizione dello stesso movimento, verso Candy Candy, visto che in un episodio Terence sputa in faccia a Iriza. Qualcuno di quei movimenti bacchettoni che negano le colpevolezze dei preti stupratori invece, potrebbe boicottare quella genialata del Processo di Sculacciabuchi, poema goliardico in vernacolo Toscano scritto presumibilmente da Giovanni Rosadi. Potrei andare avanti per ore citando film, libri, opere d’arte e brani musicali censurabili perché offensivi verso quella o quell’altra categoria e dicendo offensivi mi spingo veramente oltre, perché in molti casi non si può nemmeno parlare di offese vere e proprie, come nel caso di Split per esempio o di Via col vento.

Personalmente ritengo che le battaglie da combattere sarebbero molte altre, ma visto che oggi si parla tantissimo di questo argomento, voglio citare il buon vecchio Frank Zappa che si impegnò in prima persona, nella battaglia contro l’associazione no-profit Parents’ Music Resource Center, creata dalle mogli di alcuni senatori durante la presidenza Reagan, con lo scopo di censurare le canzoni e le copertine degli album musicali contenenti oscenità. Questo perché tutte queste azioni contro film, libri e opere d’arte in generale, che si parli di governo o di petizioni lanciate da associazioni varie, rientrano comunque nella censura. Durante un dibattito in tribunale tra Zappa e una portavoce dell’associazione, che poi era la moglie dell’allora senatore Al Gore, lei disse che era un dovere del governo aiutare le famiglie a proteggere i propri figli da contenuti non propriamente adatti. Zappa rispose che le famiglie non hanno bisogno del governo per fare ciò, sono i genitori che devono occuparsi di dare ai propri figli gli strumenti cognitivi adatti per capire e valutare quello che stanno vedendo e ascoltando e criticò aspramente la censura, che bypassa il problema fondamentale cioè, che i genitori non spendono il loro tempo a dare un’educazione cognitiva adatta ai propri figli. Zappa vinse la battaglia, le copertine e i brani non furono vittima di nessuna censura e tutto quello che l’associazione riuscì ad ottenere fu il piccolo bollino sulla copertina degli album: Parental Advisor: Explicit Contents.

Cito Zappa perché qualche giorno fa, durante una discussione con una mamma che conosco, proprio riguardo ai contenuti dei film e delle canzoni, mi sono sentito dire che i figli devono essere protetti da film fuorvianti o politicamente scorretti, che potrebbero essere da loro interpretati in maniera errata e che queste petizioni sono giuste. Resto del parere che il cinema come tutti gli altri mezzi di espressione, sono arte e come tale devono essere liberi e non censurati. Sta a noi padri e madri dare gli strumenti cognitivi adatti ai nostri figli per muoversi nel nostro mondo così ricco di contenuti audio-visivi e se proprio non ne siamo in grado, o non vogliamo farcene carico, allora dovremmo smetterla di comprare radio, pc e televisioni, perché la colpa indubbiamente non può essere attribuita agli artisti sempre soggiogati dalla spada di Damocle del politicamente scorretto.