Di cinema e modernità

La verità è che ho bisogno del cinema. Io senza il grande schermo non riesco proprio a vivere e dopo quattro mesi di assenza dalle sale, comincio a soffrire di astinenza. Ho la fortuna di vivere a venti minuti da Aix en Provençe, dove c’è un centro studi cinematografici che organizza proiezioni di classici e monografie sui differenti registi che hanno fatto la storia del cinema e io ovviamente, ne sono socio. In genere ci vado quattro, cinque volte al mese, eccezion fatta per il periodo precedente al lockdown quando, per festeggiare i cento anni dalla nascita di Fellini hanno organizzato la rassegna completa di tutti i suoi film. In occasione di quell’evento, ci sono andato anche quattro volte la settimana, per riuscire a incastrare tutte le proiezioni con i miei orari di lavoro. Il costo del biglietto è irrisorio in confronto all’emozione di assistere alle versioni originali su pellicola, dei capolavori della storia del cinema. In più il centro non è molto frequentato, quindi molto spesso in sala, non si raggiunge il numero di venti persone…è come avere un cinema a casa propria.

Ecco, per quanto mi riguarda, il cinema è una delle poche cose che, nella nostra epoca moderna, non ha perso per niente il suo fascino, che si vada in un multisala moderno o che si finisca in una di quelle vecchie sale di proiezione di paese, nel momento in cui si spengono le luci e le immagini compaiono sul grande telo bianco, tutto scompare e veniamo catapultati direttamente in un altro mondo. Certo ci sono universi differenti, una cosa è trovarsi davanti un capolavoro, un’altra una pellicola mediocre girata da Michael Bay, almeno per quanto mi riguarda, ma alla fine il risultato è sempre lo stesso, in quel buio, davanti al grande schermo, non sappiamo resistere e ci lasciamo completamente andare. Ce lo racconta bene quel gran regista di Giuseppe Tornatore nel suo Nuovo cinema Paradiso (1988) quante cose possono accadere nel buio di una sala di proiezione. Io al cinema ci ho passato gran parte della mia infanzia. I miei lo amavano tantissimo, quindi non di rado il fine settimana andavamo a vedere qualcosa, questo almeno fino a quando non inserirono il divieto di fumare in sala. Quel giorno mio padre smise di andarci, lui non riusciva a stare senza la sigaretta in bocca per più di venti minuti. Ricordo ancora l’ultimo film che vedemmo insieme prima del divieto, era Il burbero (1986) con Adriano Celentano. Credo sia l’ultimo film in cui il celebre cantante appare come attore, ma non ne sono sicuro e non ho voglia di andare a vedere adesso.

Ma perché parlo di cinema? Come dicevo prima, esso rappresenta qualcosa di estemporaneo nella nostra epoca moderna e sebbene abbiano cercato di reinventarlo attraverso multisala tecnologici inseriti in giganteschi centri commerciali, il suo fascino non è affatto cambiato dall’epoca in cui è nato. Ne parlo anche perché il cinema, attraverso la trasmissione delle informazioni contenute all’interno dei film, è da sempre veicolo di conoscenze varie e specchio della nostra società, che appare ovviamente sempre diversa, in funzione di quando la pellicola è stata realizzata. I film diventano quindi espressione dei tempi passati e delle persone che vissero sulla nostra terra ed è importante preservarli, proprio per la loro rilevanza culturale. Ne parlo anche perché è di oggi la notizia che il canale online HBO ha rimosso una pietra miliare del cinema, Gone with the Wind (Via col Vento, 1939), a causa dei contenuti razzisti all’interno della pellicola. È chiaro che da amante di questa forma d’arte, l’argomento non può non toccarmi e non può che risultarmi assurdo, come quando a Yale tolsero il corso di Storia del Rinascimento, perché ritenuto una visione di parte della vecchia Europa maschilista. Ora io un’opinione su queste scelte CULturali ce l’avrei, ma non vorrei essere volgare, quindi me la tengo per me e a voi lascio le vostre. Aspetto invece con impazienza, il ventitré di questo mese, per tornare al mio caro centro di studi cinematografici e vedere qualche capolavoro del tempo che fu, prima che siano definitivamente banditi per via dei loro contenuti non ritenuti all’altezza della nostra epoca moderna, prima che tutto ciò che verrà dato in pasto ai frequentatori dei cinema siano robot che si trasformano, supereroi e commedie dai contenuti irrilevanti, che magari ci fanno passare due ore lontani dai nostri problemi, ma che ci insegnano poco o niente…due ore gettate, via col vento.