Di lanci spaziali rimandati e distorsioni alle caviglie

Imprevisto: Non previsto, che giunge quindi inaspettato o di sorpresa. Fatto o circostanza che non è possibile prevedere. (Fonte: Treccani)

A noi umani, gli imprevisti non piacciono. Per natura cerchiamo sempre di prevedere quello che succederà in futuro utilizzando tutte le nostre conoscenze e capacità, così quando accade un imprevisto, ci mette a disagio, spesso ci fa innervosire, immancabilmente ci costringe a cambiare i nostri piani, domandandoci un ulteriore dispendio di energie. Gli imprevisti tuttavia accadono, per esempio, prepari il lancio della Crew Dragon da Cape Canaveral, rilasci dichiarazioni, fai scrivere milioni di articoli su come Space X cambierà la storia dell’esplorazione spaziale e poi a 16 minuti e 54 secondi dalla partenza, il lancio viene bloccato a causa del maltempo. Pazienza, la storia dovrà aspettare fino a sabato (data prevista per il nuovo lancio), più o meno quanto dovrà attendere mia figlia prima di rivedermi, visto che ieri, più o meno alle ore 16 e 54 mentre giocavamo a nascondino nel parco, ho infilato il piede in una buca nascosta dall’erba, causandomi una distorsione alla caviglia. Imprevisti. Mentre scrivo, ci tengo a raccontarlo, ho il piede appoggiato su un cuscino, e una caviglia gonfia e rossa come la sacca gulare di una Fregata maschio durante il corteggiamento.

Parlando di imprevisti, comunque, è impossibile non parlare di superstizione che spesso viene chiamata in causa per spiegare gli stessi. Ovviamente io, non posso ipotizzare, come hanno fatto alcuni giornalisti, per quanto riguarda il lancio bloccato all’ultimo minuto a Cape Canaveral, che sia stata la presenza di Donald Trump a portarmi sfiga, si trovava infatti in Florida per assistere all’evento. Tuttavia ricordo molto bene che su una panchina vicino ai giochini, ieri era seduto un uomo che somigliava non poco al Rosario Chiàrchiaro di Pirandello e che, proprio nel momento in cui sono caduto, mi stava osservando in maniera inquietante.

Quando stamattina ho letto, su un articolo che parlava del lancio rimandato, che la presenza di Trump al decollo avrebbe portato sfortuna al regolare svolgimento delle operazioni, ho ripensato subito a quel signore sulla sessantina, vestito completamente di nero e con gli occhiali da sole, che mi osservava mentre cadevo. Poveretto, si è preso pure dello iettatore. Sorrido, pensando a come le tematiche affrontate nella produzione artistico-letteraria Pirandelliana siano ancora attuali, e a come, quella che un tempo veniva definita superstizione popolare, adesso si sia incredibilmente estesa a trecentosessantacinque gradi, tanto da venire citata perfino in articoli di noti quotidiani nazionali, vuoi per scherzo, vuoi per credenza.

Tutto questo fa riflettere e capire, che c’è davvero miseria di argomenti seri, di spunti interessanti, di competenza giornalistica e perché no, anche letteraria, se un cronista decide di scegliere tra le infinite possibilità dialettiche, di inserire nel proprio pezzo una frase che lascia intendere al lettore che il presidente americano porti sfiga. Che poi alla fine ce ne sono milioni di vie, al limite, per ridicolizzare il personaggio o per non perdere l’ennesima occasione per uno sfottò, spesso meritato. Ricordo sempre con piacere quella scena nel film di Woody Allen, Whatever Works (Basta che funzioni, 2009), quando la protagonista, una giovane ragazza sposata con un Fisico intelligentissimo, ipocondriaco, misantropo e molto più grande di lei, passeggia all’interno del museo delle cere con la madre che, scontenta del suo compagno di vita, indicando la statua di Trump le dice: Vedi cara, tu devi trovare un uomo come lui! Che meraviglia…ma parliamo di Allen, ovviamente, non di Mario Rossi.