Di telefonate, incidenti, Assorbenti e bambini dai nomi strani

Oggi non è proprio giornata. Come avrete indubbiamente intuito, l’idea di questo luogo è quella di pubblicare almeno un post al giorno. Di solito, questo rappresenta per me, l’interruttore d’inizio del lavoro di scrittura e mi serve per accendere quella parte del mio cervello che poi, in privato, continua a scrivere per le due ore successive.

Il sabato però, il mio tempo è impostato in modo completamente diverso, perché questo è il giorno interamente dedicato a mia figlia, quindi il post devo scriverlo la sera tardi, quando lei si addormenta e io finalmente entro nel relax del week end. E’ un giorno molto speciale. Vado a prenderla la mattina presto e mentre aspetto che scenda mi fermo dal fruttivendolo sotto casa sua a comprare la verdura precedentemente ordinata, dopodiché torniamo a casa, io le cucino quello che desidera e una volta mangiato passiamo il pomeriggio a giocare, fino all’ora di cena. Dopo la cena, che di solito prevede la pizza, lei si addormenta guardando un cartone animato e io scrivo.

Oggi Livia non c’è, quindi ho scelto di mettermi alla scrivania e buttare giù il pezzo fuori orario ma a dimostrazione che, nella scrittura le routine sono davvero molto importanti, non riesco a sviluppare le idee che mi frullano tra un neurone e l’altro e mi trovo, di conseguenza, in uno stato di depressinsoddisfazione. Senza contare che mia figlia non è a casa con me, perché un tizio mi è entrato in auto mentre la stavo andando a prendere, questo mi trasforma, di diritto, in una delle pochissime vittime di incidenti avvenuti durante la quarantena (che qui ancora non si è conclusa) e mi deprime automaticamente ancora di più.

Nel corso delle ultime tre ore, ho pensato di scrivere su Elon Musk e il suo ultimo figlio nato qualche giorno fa. X Æ A-12 questo il suo nome, significa nello specifico: X = variabile incognita Æ = Artificial Intelligence A-12 = il velivolo preferito dai genitori del piccolo. Mi faceva ridere il fatto che io, quattro anni fa, avessi optato per un più sobrio Livia, perché all’epoca mi era presa una fissazione incredibile per i libri del Commissario Montalbano.

Ho cancellato il pezzo poco dopo, perché non mi piaceva e sono passato a un tema completamente diverso, l’uso del telefono e la proverbiale lunghezza delle mie chiamate. Queste sono pesantemente invalidanti per me, perché mentre parlo all’apparecchio, non riesco a star fermo, devo per forza camminare, quindi di conseguenza non posso svolgere nessun’altra attività. Anche questo pezzo si è scontrato con il tasto delete ed è finito nel paradiso degli scritti incompiuti, quando divagando, sono passato a raccontare che effettuo alcune delle mie telefonate mentre vado a fare la spesa (per risparmiare un po’ di tempo) e di conseguenza, quando rientro e metto a posto le cose, non ricordo mai che cosa ho comprato e trovo sempre delle sorprese.

Adesso sono qui, che mi chiedo cosa farò con trenta uova, ho preso per sbaglio il pacco grande e con un cavolfiore che non ho proprio voglia di mangiare, mentre seduto davanti al computer, metto insieme pensieri sparsi in tempo reale, così racconto un po’ come lavora la mia testa.

Credo di essere in stato confusionale, ho preso un forte contraccolpo con l’incidente di cui vi dicevo sopra e mi sento un po’ shakerato e io detesto i cocktail.

Sicuramente domani andrà meglio e sarò in grado di buttar giù qualcosa di più decente di questa accozzaglia confusionaria di discorsi incongruenti. Intanto, penso che mi farò una doccia, dopodiché scenderò giù al supermercato a vedere se mi cambiano una scatola di assorbenti con qualcos’altro. Che vita difficile.