Sul Morandi…

In questi giorni, ovvero fino a ieri, perché oggi l’attenzione si è spostata subito su altri temi che attraggono di più, si è parlato del ponte Morandi, crollato appunto il quattordici di agosto di due anni fa. Chiunque lo abbia attraversato almeno una volta ha avuto paura che venisse giù, tanto fatiscente appariva la struttura agli occhi dell’automobilista di turno. Tuttavia, quando crollò, due anni fa, tutti rimasero sorpresi, di cosa, io ancora a due anni di distanza me lo sto chiedendo.

Quel ponte, e non esagero nel dirlo, nell’arco degli ultimi dieci anni della sua esistenza, io l’ho attraversato a dir poco almeno un migliaio di volte e nel momento in cui mi trovavo sopra di esso, sospeso nel vuoto, ho sempre pensato che potesse cadere. Effettivamente poi, come sappiamo è caduto davvero, due giorni prima l’avevo attraversato l’ultima volta. È una pagina della nostra storia che fa schifo, ma proprio per questo è una fottuta pagina che bisogna continuare a ricordare nei secoli dei secoli, perché vedere persone morire così, a cazzo di cane, fa veramente girare i coglioni e l’unico modo per evitarlo è tenere un occhio vigile su questo problema.

Ma questo non è tutto, improvvisamente, con lo stupore per il crollo, tutti si sono resi conto che la privatizzazione della rete autostradale, non ha apportato alcun beneficio alla comunità, anzi, casomai molti problemi in più. Anche questo chi passa gran parte del proprio tempo sulle strade già lo sapeva, alcuni tratti autostradali, sono in uno stato talmente pietoso da far rabbrividire, ma la stragrande maggioranza della popolazione, politici e Benetton compresi, se ne sono resi conto solo dopo il crollo del ponte.

Ma c’è dell’altro, improvvisamente tutti hanno realizzato, che alle compagnie private che gestiscono le autostrade non importa un benemerito cazzo della sicurezza degli automobilisti, che dovrebbe invece essere la loro priorità. Il tratto autostradale che attraversa la Liguria è uno dei più cari in Italia, quando mi sono trasferito in Francia nel duemilaotto il prezzo di un biglietto Pisa Centro – Ventimiglia era di circa ventisette euro, oggi a distanza di dodici anni sfiora i quaranta e, ristrutturazione del ponte Morandi in seguito al crollo a parte, non sono state apportate che operazioni di ristrutturazione irrisorie, su quel tratto. Vista così si capisce bene che all’interno della gestione della rete autostradale nazionale c’è qualcosa che non va e che essa va completamente ripensata, potenziata e modernizzata. Qualche tempo fa parlavo con un paio di ragazzi francesi che mi dicevano che la loro rete autostradale è troppo cara. Capita, quando installi asfalto drenante, realizzi strade a tre, quattro corsie ovunque e ti interessi della sicurezza degli automobilisti. È normale che i prezzi aumentino, ma pagare i pedaggi che abbiamo in Italia rischiando ogni minuto di sfondare un pneumatico in qualche buca nell’asfalto è ridicolo.

Per concludere, spendo anche qualche parola sulla cerimonia dell’inaugurazione del ponte. Ecco ma l’idea di organizzare l’inaugurazione, di un ponte ricostruito sul sangue delle vittime della negligenza e del menefreghismo, a chi cazzo è venuta? Se proprio fosse stato necessario fare qualcosa, certamente non era un’inaugurazione, piuttosto andare a rendere onore alle persone che, per colpa di chi non ha fatto il proprio dovere, sono morte e a dare conforto ai loro parenti, le quali vite, saranno per sempre segnate dall’odiosa cicatrice lasciata da quel crollo, che si è portato via i loro cari tra lo sdegno e lo schifo di noi, che guardiamo la nostra nazione andare in macerie, anno dopo anno.