Tarot!

Sono andato a passeggio in campagna, un po’ per riflettere su come organizzare i prossimi mesi della mia vita, un po’ perché era da tempo che non lo facevo e cominciavo a sentire la mancanza di un distanziamento dall’agglomerato urbano nel quale vivo. Ci sono delle colline meravigliose appena fuori Marsiglia e ne ho approfittato per tutto il pomeriggio, non avevo granché da fare durante le ore che precedono la cena.

Ho incrociato un sacco di gente sulla strada sterrata che ho percorso una volta parcheggiata l’auto. Un bambino con il nonno, una coppia di innamorati che non riuscivano a staccarsi l’uno dall’altra, tanto da farmi porre la questione: Ma esistono ancora innamorati così?, due signore anziane che passeggiavano a braccetto, un ragazzo con un bellissimo Setter Irlandese dal pelo rosso, tre ciclisti e un corridore.

Intercalando i miei passi ai buongiorno scambiati con tutti coloro che ho incontrato su quel cammino, ho raggiunto una pietra all’ombra di una quercia dal tronco talmente enorme, da farmi pensare ai numerosi secoli che quell’essere vivente, un tempo striminzito arbusto, doveva aver attraversato e lì mi sono seduto.

Il cielo azzurro era sgombro di nuvole, di aerei e quindi, di conseguenza, per coloro che fossero interessati, anche di scie chimiche e c’erano molti uccelli in giro. Il sole bruciava talmente tanto che con il passare dei minuti, spostatosi e avvolta la pietra con il suo calore, mi ha costretto a rifugiarmi sotto la grande pianta dove mi sono nuovamente seduto, per terra con la schiena appoggiata al tronco, a volte contro di lui non ce la si fa.

Un signore anziano mi si è avvicinato pochi minuti dopo e senza dire parola si è seduto all’ombra del grande albero. Successivamente ne sono arrivati altri tre e infine un quinto, l’unico che guardandomi, mi ha rivolto un cenno di saluto alzando il suo cappello di paglia.

Uno degli uomini ha cercato per qualche secondo qualcosa nell’erba alta dopodiché, grazie all’aiuto di un altro, ha tirato fuori un oggetto nascosto che somigliava a una grande valigia di plastica arancione. L’hanno aperta e estratte cinque sedie in ferro e tela, da pic-nic, hanno poi svelato l’arcano ai miei occhi, trasformando la grande valigia in un tavolino pieghevole. Si sono seduti tutti e cinque e il primo arrivato ha estratto dalla tasca di un gilet da pescatore, un vecchio mazzo di carte.

Ignorandomi completamente, si sono messi a giocare davanti a me, inizialmente in maniera composta e calma, poi successivamente, a mano a mano che il gioco proseguiva, in maniera sempre più aggressiva, fino ad arrivare a offendersi tra di loro. Sono stato a guardarli per un po’ di tempo, i quattro giocavano ad un gioco che mi appassiona in maniera particolare e che si chiama Tarot o Tarocchi.

Le carte che vengono utilizzate sono molto simili ai Tarocchi (comprendenti arcani maggiori e minori), ci sono i quattro semi classici numerati dal numero uno al dieci e seguiti dai fanti, cavalieri dame e re (il normale mazzo di carte da ramino o gli arcani minori se siete appassionati di divinazione) e ventidue trionfi numerati dall’uno al ventuno, più la carta delle scuse.

Non entro nel dettaglio delle regole, il gioco è piuttosto complesso e integra insieme la nostra briscola, la scopa e perfino il poker, bluff compreso. Quello che invece vi dirò è che è un gioco a squadre, molto agguerrito, che generalmente finisce in litigio se tutti i giocatori non danno il meglio di loro durante la partita. Una volta ho visto una famiglia non parlarsi per anni in seguito a una partita di Tarot andata male, per questo non mi sono affatto stupito quando i cinque hanno cominciato ad offendersi in maniera molto pesante.

Un’ora più tardi, senza disturbare, me ne sono andato, ovviamente i giocatori non hanno nemmeno notato la mia partenza. In questo momento sono le sette, è ancora giorno ed io sto preparando la cena, ma sono pronto a scommettere che quei quattro sono sempre sotto quell’albero, che le partite di Tarot posso durare ore e quelli avevano tutta l’aria di voler giocare fino a che la luce del mondo non si fosse completamente spenta…